Meloni e Merz amici di Israele dopo l'avvio dell'operazione "Carri di Gedeone"

Meloni e Merz ribadiscono sostegno a Israele tra crisi umanitaria a Gaza, operazione Carri di Gedeone e discussione sul ruolo di Hamas

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L’incontro a Palazzo Chigi tra la premier italiana Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato il sostegno di Roma e Berlino a Israele, richiamando però l’attenzione sulla crisi umanitaria a Gaza e sul peso di Hamas nello stallo diplomatico.

Italia e Germania “amiche” di Israele

L’incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Palazzo Chigi ha aperto diverse discussioni su temi caldi. Sulla questione del genocidio in corso nella Striscia di Gaza, il governo Meloni prosegue nella sua visione, che ritiene il gruppo di Hamas colpevole di aver innescato lo scontro e, per questo, indirettamente responsabile del “dramma di Gaza”.

Giorgia Meloni, infatti, dichiara per sé e per la Germania che i due Paesi sono “amici di Israele” e proprio perché lo sono non possono restare indifferenti a quanto accade a Gaza.

Meloni e MerzFonte foto: ANSA
In foto Giorgia Meloni

La premier aggiunge che a Gaza “la situazione è sempre più drammatica”. Lo dice a diverse ore dall’inizio dell’operazione “Carri di Gedeone”, definita da molti commentatori internazionali non diversa dalla “soluzione finale” dei campi di concentramento. Sono gli stessi media israeliani, d’altronde, a riportare i “grandi risultati” nel silenzio internazionale, con 115 vittime civili causate nelle precedenti 24 ore.

Aumento di violenza

Mentre la premier e gli altri leader europei parlano di “Due popoli, due Stati” (ignorando però le condizioni culturali), Israele intensifica la propria violenza sul popolo palestinese.

Apprendiamo dai giornalisti sul posto che l’IDF ha intensificato le azioni militari, causando centinaia di morti e migliaia di feriti che, senza ospedali funzionanti, rischiano di non sopravvivere.

L’ufficio stampa del governo di Gaza ha confermato nelle ultime 48 ore l’uccisione di oltre 200 palestinesi e la distruzione di più di 1.000 abitazioni disabitate nella Striscia. Sono inoltre stati divulgati online diversi video che mostrano il tentativo di Israele di impedire alle ambulanze di raggiungere le zone bombardate nel nord di Gaza.

Il problema è Hamas

In linea con quanto sostiene la politica internazionale da 19 mesi, anche per la premier Meloni il problema sarebbe Hamas. Lo stesso movimento che ha accettato l’ennesima proposta di cessate il fuoco, comprensiva del rilascio degli ostaggi in cambio però della fine (anche limitata a qualche anno) delle ostilità.

La dichiarazione ufficiale di Israele è quella di voler smantellare Hamas e liberare gli ostaggi, gli stessi che sono rimasti sotto le bombe per mesi e per cui una parte della popolazione israeliana si è rivoltata contro il governo. Il piano “Carri di Gedeone” è stato approvato all’unanimità e prevede una strategia di occupazione definitiva della Striscia di Gaza, con trasferimenti forzati di massa (un esplicito crimine di guerra) e un aumento della violenza contro i palestinesi.

L’operazione è stata anche definita “Modello Rafah”: distruzione di quartieri civili e vera e propria occupazione e integrazione forzata delle aree sotto il controllo israeliano. Il pretesto della “sicurezza” cade davanti alle stesse dichiarazioni dei ministri israeliani, che parlano di “occupazione”, di una “guerra per vincere” e infine di “un popolo che vuole vivere deve occupare la sua terra”. Non è un caso neanche il nome “Carri di Gedeone”, richiamo al guerriero biblico che, secondo la tradizione ebraica, guidò un gruppo di eletti sterminando un popolo arabo.

Mentre il governo litiga sul nome più adatto da dare all’operazione, le famiglie degli ostaggi insorgono: temono che l’offensiva possa mettere a rischio i propri cari più di bombardamenti, assenza di cibo e acqua. L’operazione, infatti, non sembra mirare al salvataggio degli ostaggi, ma piuttosto all’espansione del controllo, sotto lo sguardo indifferente degli “amici di Israele”.

meloni-merz-israele Fonte foto: ANSA