Meloni e Schlein sentono Pupi Avati dopo lo sfogo ai David di Donatello, lui rivela tutto e attacca Giuli
Pupi Avati ha raccontato di aver parlato con Elly Schlein e Giorgia Meloni dopo l'appello ai David di Donatello, per un incontro sul Cinema italiano
La provocazione di Pupi Avati dal palco dei David di Donatello non è passata sotto traccia. Durante la 70esima edizione degli “oscar italiani”, il regista ha sfruttato l’occasione per richiamare l’attenzione della politica sui problemi del cinema nostrano, auspicando la collaborazione sul tema tra Giorgia Meloni e Elly Schlein. L’86enne cineasta ha raccontato in un’intervista di essere stato contattato da entrambe ed è tornato all’attacco del ministro della Cultura Alessandro Giuli.
L’appello di Pupi Avati
Ricevendo il David di Donatello alla carriera, Pupi Avati ha lanciato un appello sul cinema italiano, pungolando la senatrice della Lega Lucia Borgonzoni in prima fila: “Volevo dirti, la cosa di Cinema Revolution è carina, però noi abbiamo bisogno di qualcosina di più” ha detto parlando dell’ultima iniziativa del Governo in materia, sottolineando come l’opulenza della manifestazione non rappresentasse la realtà dell’industria cinematografica tricolore.
“Secondo me la cosa più bella che potrebbe accadere è questa: che la Schlein telefona alla Meloni: ‘Giorgia, sono Elly. Non potremmo vederci mezz’ora con Giorgetti e parlare un attimo del cinema italiano?'” è stata la provocazione fatta dal regista alla politica.
Fonte foto: ANSA
Pupi Avati riceve il premio alla carriera ai David di Donatello 2025
I contatti con Elly Schlein e Giorgia Meloni
Al Corriere della Sera, Pupi Avati ha rivelato di essere stato poi contattato dalle due leader e di aver parlato in particolare al telefono con Elly Schlein, discutendo del “progetto di un’Agenzia del cinema, tipo il Centre national francese. Lì il cinema ha ancora grande successo, non ha subito la catastrofe irreversibile del nostro”.
Nell’intervista il regista ha spiegato di aver suggerito l’incontro “dove è Giorgetti la chiave di volta. Il cinema è cultura sì, ma soprattutto industria. E il ministero dell’Economia è fondamentale, perché i film si fanno con i soldi. Mi ha dato appuntamento per il 27 maggio, anche lui è preoccupato”.
Avati ha detto anche di essere stato contattato da Giorgia Meloni, che gli ha scritto “dispiaciuta che il governo fosse stato attaccato. Non da parte mia, io non sono mai aggressivo. Oltretutto ho grande stima per lei. Il mondo del centrodestra è in buona fede, crede davvero che il cinema sia solo di sinistra. Ma è una favola, sono ormai divisioni senza senso” ha aggiunto, rivendicando la sua posizione da “liberal”.
L’attacco a Giuli
Il decano del cinema italiano ha sottolineato inoltre che il ministro della Cultura “di cinema ne sa poco e niente, non è giusto, per questo lo hanno preso in giro”, riferendosi all’attacco di Elio Germano e alla battuta di Geppi Cucciari contro l’esponente del Governo, che hanno scatenato la reazione dello stesso Alessandro Giuli.
“Occorre liberare il povero Giuli, che è una bravissima persona, ma non ha la competenza di chi fa cinema da 60 anni” ha aggiunto Pupi Avati: “E se dico che lui va bene per i beni culturali ma non per il cinema non vuole dire che lo sto criticando” ha precisato.
