"Mi sa che abbiamo incastrato Stasi", la Procura indaga sul messaggio WhatsApp attribuito a Paola Cappa
Un messaggio attribuito a Paola Cappa, cugina di Chiara Poggi, nel quale viene nominato Alberto Stasi, ha suscitato l’interesse della Procura di Pavia
Nel nuovo filone d’indagine della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi rientra un messaggio WhatsApp del 2013 attribuito a Paola Cappa, cugina della vittima, in cui si legge: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. La frase si riferirebbe ad Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara e unico condannato per l’omicidio, che sta per terminare di scontare la pena a 16 anni.
Le indagini sul messaggio di Paola Cappa
La Procura di Pavia ha acquisito 280 messaggi ritenuti di interesse investigativo nell’ambito della riapertura delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. Tra questi, spicca un messaggio WhatsApp del 2013 attribuito a Paola Cappa, cugina della vittima, in cui si legge: “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”.
Il messaggio, riportato dal settimanale Giallo, sarebbe stato inviato a un amico. Oltre a questo, gli inquirenti stanno esaminando altri contenuti social delle sorelle Cappa, tra cui una foto pubblicata da Paola nel 2013 che mostra piedi con calze a quadretti e un’impronta a pallini, simile a quella repertata sulla scena del crimine, accompagnata dalla frase: “Buon compleanno sorellina”.
Fonte foto: ANSA
C’è poi una storia Instagram di Stefania Cappa, nella quale venivano mostrati un bambino tra biciclette e la scritta “Fruttolo”, lo stesso yogurt rinvenuto nella villetta di Garlasco.
La situazione di Alberto Stasi
Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi, è stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio della giovane, avvenuto il 13 agosto 2007. Attualmente, Stasi, 41 anni, sta scontando la pena nel carcere di Bollate e, dal 2023, beneficia del regime di semilibertà, che gli consente di lavorare all’esterno durante il giorno.
Il fine pena è previsto per il 2030, ma, considerando la liberazione anticipata per buona condotta, potrebbe essere anticipato al 2028.
Inoltre, nel 2025, Stasi ha la possibilità di richiedere l’affidamento in prova, che gli permetterebbe di scontare la parte finale della pena fuori dal carcere. La riapertura delle indagini e l’emersione di nuovi elementi potrebbero però avere implicazioni sulla sua posizione.
Il delitto di Garlasco
Il 13 agosto 2007, Chiara Poggi, 26 anni, fu trovata priva di vita nella sua abitazione a Garlasco, in provincia di Pavia. L’autopsia rivelò che la giovane era stata colpita ripetutamente con un oggetto contundente mai identificato.
Le indagini si concentrarono inizialmente su Alberto Stasi, all’epoca fidanzato di Chiara, che fu condannato in via definitiva nel 2015. Nel corso degli anni sono però emersi nuovi elementi che hanno portato alla riapertura delle indagini, tra i quali il DNA di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, trovato sotto le unghie della vittima.
A ciò si aggiunge il ritrovamento di un martello in un canale vicino alla casa della nonna delle sorelle Cappa, potenzialmente compatibile con l’arma del delitto. Le autorità stanno attualmente valutando questi nuovi elementi per determinare se vi siano ulteriori responsabilità oltre a quelle già accertate.
