Modificare foto e video con l'AI può costare fino a cinque anni di carcere, cosa prevede la nuova legge

Un nuovo reato punisce la diffusione illecita di foto e video manipolati con l'AI: cosa prevede la nuova legge sull'intelligenza artificiale

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Nei giorni scorsi è entrata in vigore la nuova legge italiana sull’intelligenza artificiale che tra le varie cose introduce il reato del cosiddetto “deepfake“.Il nuovo reato è descritto nell‘art. 612-quater del codice penale e punisce la diffusione e pubblicazione di foto, video e audio manipolati con l’AI. Si rischia fino a cinque anni di carcere. Il reato si configura quando questo tipo di contenuti viene diffuso senza il consenso delle persone coinvolte e quando a queste viene arrecato un danno, reputazionale, psicologico o economico.

La legge italiana sull’intelligenza artificiale

Pubblicata in Gazzetta ufficiale il 25 settembre scorso, è entrata in vigore il 10 ottobre la legge italiana sull’Intelligenza artificiale, varata dal governo Meloni sulla scia dell’AI Act europeo.

Uno dei punti più importanti della nuova legge è l’introduzione di un nuovo reato che punisce la diffusione illecita di foto e video generati o modificati con l’intelligenza artificiale, i cosiddetti “deepfake”.

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 Le vittime della diffusione di questi contenuti possono sporgere querela

Il nuovo reato di deepfake

La legge 132 del 2025 ha introdotto il nuovo reato di deepfake con l’art. 612-quater del codice penale.

Questo il testo della norma: “Chiunque cagiona un danno ingiusto ad una persona, cedendo, pubblicando o altrimenti diffondendo, senza il suo consenso, immagini, video o voci falsificati o alterati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.

Non si tratta di un divieto generalizzato dell’uso dell’intelligenza artificiale per fini creativi, la legge punta a punire l’uso distorto e lesivo delle persone di questo tipo di contenuti.

Diffondere foto, video e audio generati o modificati con l’AI senza il consenso delle persone coinvolte diventa reato quando c’è un danno, di tipo economico, reputazionale o psicologico, a queste persone.

Chi lo fa rischia fino a cinque anni di carcere. Il reato è punibile soltanto se la parte offesa sporge querela.

Si può procedere d’ufficio invece se la persona coinvolta è minorenne o incapace di intendere o è una pubblica autorità.

Cosa dice la nuova legge sull’AI e cosa si rischia

Si incappa nel nuovo reato quando si diffonde o pubblica foto, video e audio di altre persone, generati o modificati con l’intelligenza artificiale, senza il loro consenso.

Si tratta di contenuti alterati con strumenti di AI in grado di trarre in inganno il pubblico e che causano un danno alle persone coinvolte.

Alcuni esempi arrivano dalla cronaca di questi giorni: foto e video pornografici con il volto di una persona su un corpo altrui e personaggi famosi “spogliati” con strumenti AI.

Come ha denunciato Francesca Barra, che ha scoperto sue foto “nude” (e di altri personaggi famosi) create con l’intelligenza artificiale pubblicate su un sito sessista simile a Phica, Social Media Girls.

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