Nepal e India travolti dal maltempo con oltre 60 morti tra frane e inondazioni: isolati interi villaggi

Ondata di maltempo tra Nepal e India: oltre 60 morti per frane e alluvioni. Villaggi isolati sull’Himalaya, soccorsi ostacolati dalle piogge

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Piogge torrenziali, frane ed esondazioni hanno colpito duramente il Nepal e l’India, causando oltre 60 vittime in meno di 48 ore e lasciando isolate intere comunità montane. Le intemperie, tra le più violente degli ultimi anni, hanno distrutto case, strade, ponti e ferrovie, interrompendo i collegamenti e bloccando migliaia di persone dirette a casa per il Dashain, il più importante festival indù nepalese.

Nepal e India travolti dal maltempo, oltre 60 morti

Secondo le autorità locali, in Nepal si contano almeno 44 morti e cinque dispersi, mentre in India sono oltre 20 le vittime nella regione montuosa del Darjeeling, area turistica già fragile dal punto di vista idrogeologico.

Anche il vicino Bhutan è stato colpito dalle inondazioni: l’esercito indiano è intervenuto con elicotteri per evacuare gli abitanti rimasti intrappolati.

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Piogge torrenziali, frane ed esondazioni hanno colpito duramente il Nepal e l’India

Come riporta ANSA il 5 ottobre, le scene di distruzione si ripetono da giorni.

A Kathmandu, i fiumi esondati hanno invaso interi quartieri, sommergendo auto e negozi.

“Abbiamo avuto il tempo di mettere in salvo solo parte delle nostre cose grazie all’allerta meteo”, ha raccontato all’Afp Rajan Khadga, venditore di verdura di 38 anni. “Molti di noi hanno perso tutto. La merce è ricoperta di fango e non potrà essere venduta”.

I soccorsi e le dichiarazioni dei premier

Il governo provvisorio del Nepal, guidato da Sushila Karki, ha promesso aiuti immediati.

“La vostra sicurezza è la nostra priorità”, ha dichiarato la premier, assicurando il dispiegamento di elicotteri e imbarcazioni per raggiungere le aree isolate.

Le forti piogge, però, hanno ostacolato per ore le operazioni di soccorso, sospese nella notte per motivi di sicurezza.

Anche il premier indiano Narendra Modi ha espresso cordoglio per le vittime: “Profondamente colpito dalle vite perse. Garantiremo tutto l’aiuto necessario”.

Il parlamentare Harsh V. Shringla, rappresentante del Darjeeling, ha confermato che “intere zone montane sono isolate dal resto del Paese”.

Il bilancio della catastrofe

Il bilancio, purtroppo, potrebbe aggravarsi. Come sottolineano gli esperti del Centro internazionale per lo sviluppo integrato delle montagne di Kathmandu, l’aumento delle temperature e delle piogge estreme legate alla crisi climatica ha reso più frequenti disastri come frane e alluvioni.

La stagione monsonica appena conclusa è stata una delle più piovose degli ultimi 25 anni, con precipitazioni superiori dell’8% alla media.

Secondo i dati del Dipartimento meteo dell’India, tra giugno e settembre oltre 200 persone sono morte e 1.500 hanno perso la casa nel Paese.

Sull’Himalaya, la terra continua a franare e i soccorsi avanzano tra mille difficoltà. E mentre in Nepal si scava ancora nel fango, resta l’incubo di nuove piogge che potrebbero aggravare ulteriormente una tragedia senza fine.

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