Omicidio di Pierina Paganelli, Louis Dassilva in carcere riprende lo sciopero della fame: "Sono innocente"
Lousi Dassilva, accusato dell'omicidio di Pierina Paganelli, ha ripreso lo sciopero della fame in carcere per sostenere la propria innocenza
Louis Dassilva, l’uomo che si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso Pierina Paganelli, ha ricominciato lo sciopero della fame contro la sua carcerazione. Il 35enne si dice innocente e sostiene di essere vittima di un’ingiustizia. L’ultima perizia sulla telecamera che avrebbe dovuto smentire il suo alibi non è stata conclusiva, ma la procura continua ad avere dalla sua parte il movente.
- Louis Dassilva riprende lo sciopero della fame
- Gli elementi della procura e il movente
- Cosa sostiene la difesa di Dassilva
Louis Dassilva riprende lo sciopero della fame
Il sospettato dell’omicidio di Pierina Paganelli, Louis Dassilva, ha ricominciato lo sciopero della fame in carcere per protestare contro la sua incarcerazione, a poche settimane dal termine della custodia cautelare, come riportato dal settimanale Giallo.
La perizia che avrebbe dovuto rafforzare la prova della Cam3, che smentirebbe l’alibi riferito dal 35enne, non è stata conclusiva. Non è possibile risalire al colore della pelle dell’uomo inquadrato il 3 ottobre 2023.
ANSA
Un elemento che indebolisce ulteriormente una prova molto importante per la procura, dopo che un’altra perizia aveva stabilito che la sagoma inquadrata non corrisponde alla corporatura di Dassilva. Gli investigatori però hanno anche altri elementi per collegare il 35enne all’omicidio di Pierina Paganelli.
Gli elementi della procura e il movente
La tesi dell’accusa si basa su un movente molto forte. Dassilva era l’amante della nuora della vittima, Manuela Bianchi, e avrebbe ucciso Pierina Paganelli per paura che la loro relazione fosse stata scoperta.
Di recente, la stessa Bianchi, che aveva per mesi difeso Dassilva, ha cambiato versione. Lo ha collocato sulla scena del delitto e ha dichiarato che le avrebbe dato indicazioni su dove spostare il corpo.
Questo confermerebbe i sospetti della procura sul fatto che la scena del crimine sia stata manipolata. Bianchi è stata accusata di favoreggiamento a causa delle sue dichiarazioni.
Cosa sostiene la difesa di Dassilva
Anche la difesa di Dassilva ha però alcuni elementi forti per sostenere le proprie tesi. Il primo è l’assenza di Dna di Dassilva dal garage dove la vittima è stata trovata e su Pierina Paganelli stessa.
Uno dei principi base della criminologia è che ogni contatto lascia tracce. L’assenza di tracce di un contatto tra Dassilva e Paganelli è quindi fondamentale per la difesa del 35enne. La procura spiega questo dettaglio con la manipolazione della scena del crimine.
Infine, la difesa ha l’alibi di Dassilva, familiare, quindi debole, ma che non è stato smentito dalle immagini della Cam3, che sembravano poter avvalorare le tesi della procura, ma che non si sono rivelate così decisive dopo le perizie.
