Omicidio - suicidio a Villa di Tirano, parla il titolare dell'uomo che ha ucciso la madre: "Era depresso"

Villa di Tirano, caso di omicidio - suicidio: figlio uccide la madre e poi si toglie la vita. Il datore di lavoro: "Siamo sotto choc"

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Caso di omicidio – suicidio a Villa di Tirano, comune in provincia di Sondrio. Emilio Del Dosso Vanari, operaio di 51 anni, ha ucciso la madre Maria Borserini, 89 anni. La donna era gravemente malata e viveva in casa assieme al figlio che, impugnata una pistola, le ha sparato. La stessa arma l’ha usata per togliersi la vita. L’uomo, secondo il titolare della ditta in cui lavorava da 32 anni, stava affrontando una profonda depressione.

Villa di Tirano, omicidio – suicidio: figlio spara alla madre e poi si toglie la vita

I corpi senza vita di madre e figlio sono stati trovati lunedì mattina da una collaboratrice domestica. La piccola comunità di Villa di Tirano è sotto choc. Così come sono sotto choc tutti i dipendenti dell’azienda ‘Fratelli Magro – Lavorazioni meccaniche’, ditta in cui Vanari ha lavorato per 32 anni.

Raggiunto dai microfoni della testata La Provincia Unica, il titolare dell’attività, Pietro Magro, ha raccontato diversi dettagli relativi all’ultimo periodo di vita dell’operaio 51enne con il quale non solo condivideva un rapporto professionale, ma anche un legame di profonda amicizia.

Villa di Tirano, luogo del delittoANJSA
L’esterno dell’abitazione in cui si è verificato l’omicidio – suicidio

“Per me, anzi per tutti noi, ‘Miglio’ era un fratello”, ha sottolineato Magro, riferendo che Vanari  aveva iniziato a lavorare per lui subito dopo aver ottenuto il diploma alla scuola professionale a 18 anni. Dunque da circa 32 anni era parte del team dell’azienda. Era un bravissimo fresatore.

Il titolare della ditta ha ribadito che con ‘Miglio’ aveva un rapporto di “vera fratellanza“. Conosceva anche la signora Maria Borserini. “Fino a tre o quattro anni fa, prima che non riuscisse a muoversi, la signora Maria passava in officina al pomeriggio per bere un caffè insieme a noi”, ha ricordato l’imprenditore.

Il titolare amico di Emilio Del Dosso Vanari: “Quando ha avuto un crollo”

Vanari nell’ultimo periodo aveva avuto dei problemi. Secondo Magro aveva avuto un crollo dopo essere stato vittima di un incidente in moto, sua grande passione. “Oh che disastro, come faccio ora con mia mamma inferma ed io con le stampelle?”, si domandava l’operaio che da sempre viveva con la madre.

“È purtroppo precipitato negli ultimi due mesi, ha cominciato a non stare bene e soffrire di un po’ di depressione – ha aggiunto l’imprenditore e amico -. Non c’è niente da nascondere. Parliamo di una malattia che oggi si cura e di cui non ci si deve, di certo, vergognare”.

Magro ha proseguito spiegando che una decina di giorni fa ‘Miglio’ era tornato a lavorare con il solito impegno, dicendo che aveva voglia di riprendersi dal momento no. Poi la tragedia.

Pietro Magro aveva organizzato un incontro tra l’operaio e un medico

“Stamattina appena lo abbiamo saputo, in officina eravamo tutti sotto choc”, le parole sempre del titolare che ha deciso di chiudere l’attività in queste ore in quanto assieme ai suoi altri dipendenti, più di una ventina, non era in grado di lavorare. Troppo forte lo choc e il dolore.

Magro ha inoltre rimarcato che Vanari adorava sua mamma, aggiungendo che mai aveva sentito l’operaio parlare male di lei e mai lo aveva visto mostrare segni di insofferenza nei confronti del genitore. Anzi era un figlio molto attento e premuroso.

Tra l’altro l’imprenditore, dopo essersi accorto che Vanari stava attraversando un periodo buio, alcuni giorni fa, dopo essersi confrontato con il 51enne, aveva organizzato un incontro con un suo amico medico.

“Avevo capito che era in difficoltà, per cui ho provato a fare qualcosa. Insieme al medico abbiamo dato alcuni consigli e, proprio questa settimana, avrebbe dovuto iniziare un percorso psicologico”, ha raccontato l’imprenditore.

“E pensare che sabato pomeriggio, quando l’officina era chiusa, è passato per chiedermi cosa avremmo fatto lunedì. Ecco, uno come fa a pensare che sarebbe poi successa una cosa del genere?”, ha concluso con amarezza l’imprenditore.

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