Pensioni, vip contro la sentenza della Cassazione da Jerry Calà a Massimo Boldi: "Rischiamo la miseria"

Oltre 50 vip, da Jerry Calà a Massimo Boldi, firmano una lettera contro la sentenza della Cassazione che abbassa le pensioni Enpals

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Sono oltre 50 i vip del mondo dello spettacolo, tra cui Jerry Calà e Massimo Boldi, che hanno firmato una lettera aperta contro la sentenza della Cassazione che riduce le pensioni degli ex lavoratori Enpals. Questi denunciano una stangata che li costringe a restituire somme già percepite. Per questo chiedono un intervento urgente alla politica, con lo scopo di non mandare sul lastrico centinaia di attori e lavoratori dello spettacolo.

La lettera dei lavoratori dello spettacolo

Una lunga lettera firmata da oltre 50 tra attori, vip e artisti italiani denuncia gli effetti di una sentenza della Corte di Cassazione sul loro settore. Si legge: “Siamo un folto gruppo di lavoratori dello spettacolo che intende denunciare una situazione paradossale che riguarda la pensione che, dopo decenni di lavoro, ci è stata riconosciuta e che oggi rischia di ridurci in miseria“.

Si tratta, nello specifico, della sentenza della Corte di Cassazione del 29 dicembre 2022 (numero 38018), che ribalta un giudizio favorevole sulle pensioni del settore. Nella lettera i vip raccontano che fino al 2022 tribunali e corti d’appello avevano riconosciuto una liquidazione più favorevole della pensione Enpals, ora fondo Inps Spettacolo.

Pensioni ai vipIPA
Inps

La decisione della Cassazione ribalta tutto e apre la strada a richieste di restituzione delle somme già percepite negli anni precedenti.

“Rischiamo di finire sul lastrico”

La lettera denuncia come questa decisione rischi di mandare sul lastrico centinaia di attori e lavoratori dello spettacolo. La sentenza, infatti, come si legge, crea una disparità di trattamento. Da un lato, chi ha già vinto la causa prima del 2022 continuerà a percepire l’assegno pieno; dall’altro, chi ha avviato i ricorsi dopo quella data si è visto decurtare la pensione con l’obbligo di restituire quanto già ricevuto.

Molti tra i firmatari si dicono colpiti e amareggiati per la vicenda, che in generale rischia di essere una “stangata per il mondo dello spettacolo”. Per molti, come spiegano Jerry Calà e Massimo Boldi, significa tornare a lavorare in età avanzata o vivere con pensioni ridotte al minimo.

Inoltre, c’è un aspetto che non viene preso in considerazione nella sentenza, ovvero il lavoro discontinuo tipico del mondo dello spettacolo. In molti, quindi, non hanno una copertura piena e stabile e rischiano di perdere la loro principale fonte di reddito.

La richiesta alla politica

La lettera, oltre a denunciare il fatto, cerca di richiamare l’attenzione della politica. Gli artisti denunciano che, mentre l’Inps chiede la restituzione delle somme già percepite, l’Agenzia delle Entrate sta continuando a tassarle come fossero redditi separati.

“È una beffa che si aggiunge al danno, una sottrazione che incide fortemente sulle tasche di molti, a volte in maniera insostenibile”, si legge.

La richiesta, quindi, è chiara: si chiede alla politica di intervenire per correggere questa ingiustizia e anche alla stampa di trattare il caso affinché arrivi a chi di dovere. “Perché quando diciamo che tanti di noi rischiano la povertà, non stiamo esagerando”.

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