Per Bannon l’elezione di Papa Leone XIV è "truccata", la tesi dell'ex stratega di Trump su Prevost e Vaticano
Steve Bannon ha commentato l'elezione del nuovo Papa, Leone XIV. Per l'ex stratega di Trump la sua nomina è stata "truccata" e voluta da Bergoglio
Steve Bannon ha definito “completamente truccata” l’elezione del nuovo Papa, Leone XIV. L’ex stratega e oggi alleato cattolico dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America aveva parlato del pontefice come di un “Papa anti-Trump”. In un’intervista ora spiega cosa ci sia dietro, secondo lui, alla rapida e inattesa – anche se non per lui – nomina di Robert Francis Prevost.
Steve Bannon contro Papa Leone XIV
Pur avendola prevista alcuni giorni prima della sua ufficialità, l’elezione di Papa Leone XIV non è andata giù a Steve Bannon.
Una tra le voci più importanti del movimento “Make America Great Again”, Bannon ha definito truccata la scelta del nuovo pontefice, anzi “più truccata dell’elezione del 2020 contro Trump”.
Fonte foto: IPA
I motivi dietro alla scelta di Prevost
Già dieci giorni prima della fine del Conclave, l’ex stratega del Potus aveva sottolineato come il nuovo pontefice potesse essere un nome a sorpresa e come né i bookmakers né i media parlassero abbastanza di Prevost. “Ho fatto le mie ricerche, dietro le quinte non si parlava d’altro”, racconta al Corriere della Sera, vantandosi di “sapere cosa faccia la Curia prima ancora che lo faccia”. L’alleato del Presidente degli Stati Uniti avrebbe voluto il cardinale africano Robert Sarah e ha definito quella fatta dal Conclave come “la peggior scelta per i cattolici MAGA, un Papa che Bergoglio e la sua cricca volevano”.
Secondo Bannon, la scelta è ricaduta su di lui in quanto uomo capace di risolvere due problemi in seno in questo momento al Vaticano. “Dovevano trovare qualcuno più organizzato ma ideologicamente allineato con Francesco per finire la radicale re-immaginazione della Chiesa di Bergoglio che ha abbandonato la Messa in Latino e il cattolicesimo tradizionale pre-Consiglio Vaticano II”, e qualcuno che potesse far ripartire le donazioni alla Chiesa dagli Stati Uniti, donazioni che sono “crollate di quasi il 50%” e che ora possono tornare ad aumentare.
“In America c’è un boom della Chiesa” – dice – “Il cattolicesimo tradizionalista è in ascesa, particolarmente tra i giovani maschi ma la leadership della Chiesa cattolica si sta spostando a sinistra mentre quella Usa va a destra. Stiamo andando verso lo Scisma. C’è gente che vuole riportare la Messa in Latino e ribaltare il Consiglio Vaticano II e che non mollerà”, prevede.
Il ruolo di Bergoglio
Sul fatto che sia Trump che Vance si siano congratulati col nuovo Papa, dice che fosse un atto doveroso ma che è in atto “una battaglia per chi sa che la Chiesa è stata distrutta”. Bannon sottolinea come gli States avranno ora due leader mondiali e prevede che, sul tema dell’immigrazione, il Papa si schiererà contro le espulsioni di massa, cosa che “non sarà tollerata”. Quindi procede con un affondo contro il precedente pontefice. Bergoglio. che non considerava “un Papa legittimo, bensì un apostata”.
Per Steve Bannon c’è stato proprio l’intervento preventivo di Papa Francesco dietro all’elezione di Robert Prevost, definito un Papa anti-Trump e “perfetto” proprio per le motivazioni citate in precedenza. “È americano ma non troppo, anzi i cardinali americani l’hanno definito il meno americano tra loro; è nato in America, ma è più del Perù, è vicino alla Teologia della Liberazione”, aggiunge.
“Bergoglio l’ha creato e selezionato per questa posizione. È cardinale da solo due anni. L’ha messo a capo del potente dicastero dei Vescovi per farlo conoscere. Il fratello ha detto al Daily Mail che avevano parlato del nome Leone prima che il Conclave iniziasse. È impossibile per un arcivescovo americano virtualmente sconosciuto, cardinale da meno di due anni, arrivare ad un Conclave e vincere nella quarta votazione. È stata la Curia globalista di Bergoglio. Quest’elezione è completamente truccata”, ha chiosato.
