Roberta Bruzzone vittima dello stalker condannato per diffamazione: “Ho il terrore mi attacchi con l’acido"

Aperto un procedimento penale per stalking contro un 51enne accusato di stalking nei confronti della criminologa Roberta Bruzzone

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Stalking ai danni della criminologa Roberta Bruzzone. È stato aperto con quest’accusa un procedimento contro un neurologo di 51 anni, Mirko Avesani. Due anni fa l’uomo era stato condannato per diffamazione nei confronti della stessa donna. Volto noto della tv, Bruzzone ha confessato di essere terrorizzata di un suo ipotetico attacco con l’acido.

Stalking ai danni di Roberta Bruzzone

È un periodo complicato per Roberta Bruzzone. La criminologa, infatti, è stata chiamata a testimoniare in tribunale contro un suo stalker che, da anni, continua a insultarla sui social.

Condannato per diffamazione, l’uomo è ora imputato in un altro procedimento attualmente in corso.

roberta bruzzone stalkerIPA

Roberta Bruzzone, criminologa e volto noto della tv

Imputato Mirko Avesani, già condannato per diffamazione

Lontano dalle telecamere dove è spesso interpellata per dare pareri e consulenze sui casi di cronaca nera, la criminologa e psicologa forense, Roberta Bruzzone, sta combattendo, ormai da anni, dal 2017, una battaglia giudiziaria contro un uomo di 51 anni.

Neurologo, Mirko Avesani, questo il suo nome, era già stato condannato nel 2023 in primo grado a nove mesi di reclusione, pena sospesa, e a una provvisionale di 15mila euro per diffamazione.

Ciò non l’ha comunque dissuaso dal continuare ad attaccare la donna sui social tanto che, nei suoi confronti, è stato aperto un nuovo procedimento, a Roma, stavolta per stalking.

Criminologa nel mirino di un neurologo

Secondo la procura della capitale, Avesani avrebbe più volte minacciato la criminologa con messaggi social, email ed esposti persecutori e offensivi nei quali “ha molestato e minacciato in maniera ripetuta la donna, provocandole ansia, paura e timore per la propria incolumità”.

Ma non è tutto perché l’imputato avrebbe anche inviato un esposto ad autorità pubbliche e professionisti privati, in cui denigrava la donna attribuendole condotte manipolatorie, razziste, xenofobe e definendola bugiarda, incompetente e delinquente.

Oltre ai post beceri e sessisti su Facebook ai danni della donna, Avesani avrebbe insultato e minacciato anche il marito di Bruzzone, definito su Facebook “cornuto, demente, faccia da bue” e “accusato falsamente di volerlo gonfiare di botte”.

Le minacce e gli insulti

La vicenda è duratura. Come detto, tutto comincia nel 2017 con diversi post condivisi su Facebook. In uno di questi si legge: “Che poi cosa ha fatto la criminologa per uscire dalla mediocrità, oltre a farsi botulinare il viso da p.. che ha?”. Tanti gli attacchi di questo genere alla donna che ha denunciato il neurologo condannato poi nel 2023 per diffamazione.

Dal canto suo, Avesani aveva a sua volta querelato Bruzzone per calunnia, ma quel procedimento è stato archiviato dalla giudice Livia Magri.

Tre anni fa, con un account intestato a “Marco Marche”, l’uomo avrebbe minacciato sempre la criminologa scrivendo “la tigre andrà a fuoco”. Bruzzone ha poi commentato: “Ho identificato la tigre in me perché vengo spesso indicata con questo nome per il mio stile di comunicazione incisivo e il tatuaggio che ho sulla spalla sinistra”.

Il calvario della donna

Criminologa e psicologa forense, Roberta Bruzzone è esperta di gravi casi di cronaca nera e conduce la docuserie Rai “Nella mente di Narciso”. Interpellata sulla vicenda dello stalker, ha commentato preoccupata: “Io ho il terrore dell’attacco con l’acido, perché in quella direzione più di qualche volta si è ipotizzato che potesse essere una cosa che potevo meritarmi. Non vivo più con la serenità che avevo prima di imbattermi in questa persona che ha votato la sua esistenza a distruggere la mia”.

“È dal 2017 che è iniziata una vera e propria persecuzione. È successo anche durante un’udienza a Verona (città dell’uomo, ndr). È arrivato in aula come una furia. Ha iniziato a inveire contro di me, avvicinandosi al banco dove stavo testimoniando, gridando che avevo insultato la madre. Una situazione sconvolgente”, racconta. “L’obiettivo è quello di screditarmi. Mi ha accusato di istigare al suicidio con i miei interventi, di essere a capo di un gruppo di bulli del web. Parliamo di un medico: si presenta con il suo ruolo di neurologo, cosa che trovo preoccupante visto il suo modo di comportarsi”, continua.

Un vero e proprio appello quello di Roberta Bruzzone che aggiunge: “Io sono un personaggio pubblico e ora sono costretta a proteggermi in maniera mirata. C’è sempre un servizio di sicurezza fisso in ogni mio evento. Le persone non possono avvicinarsi per farsi fare una dedica sul libro senza essere controllate. Vivo male questa situazione, perché non credo si possa modificare questo quadro”.

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