Salvini e i ministri della Lega contestati a Livorno, la denuncia sulle aggressioni subite: "Calci e sputi"
Dura contestazione a Livorno per la visita di Matteo Salvini e altri membri della Lega: la denuncia del vicepremier su "lanci di uova, sputi e calci"
Tensione a Livorno in occasione dell’arrivo di Salvini per un evento della Lega. Circa 200 manifestanti hanno lanciato uova e fumogeni contro la polizia, esposto bandiere palestinesi e striscioni anti-Israele. Il vicepremier ha replicato con “baci”, denunciando le aggressioni e riproponendo l’idea di una legge incentrata sul concetto che “chi rompe paga”.
Contestazione per la Lega
Il lungomare di Livorno è stato blindato, martedì 7 ottobre, per l’arrivo del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, presente al centro congressi Bagni Pancaldi per un evento organizzato dalla Lega. Insieme a lui erano attesi anche i ministri Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Valditara, Roberto Calderoli e Alessandra Locatelli.
Fin dalle prime ore del mattino, circa 200 manifestanti si erano radunati di fronte ai varchi di sicurezza predisposti dalle forze dell’ordine, tra camionette e transenne.
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Salvini ha denunciato vere e proprie aggressioni durante l’evento della Lega a Livorno
Durante il presidio si sono verificati momenti di forte tensione: lanci di uova, pomodori, bottigliette e fumogeni che sono stati indirizzati verso il cordone di polizia.
La risposta di Salvini
Accolto da grida, insulti e petardi, Salvini ha reagito con ironia, lanciando baci ai contestatori ma, subito dopo, ha denunciato la situazione. “Non riescono ad arrivare non solo i ministri, ma i cittadini” ha affermato. “Gente che si è presa uova, sputi, calci. Non mi è mai capitata una cosa del genere. Ci sono Giorgetti e la Locatelli che stanno girando da un po’, Valditara ha preso calci alla macchina”.
Davanti ai giornalisti, il ministro ha poi difeso il diritto di protesta, ma ha ribadito l’intenzione di introdurre una misura che obblighi gli organizzatori dei cortei a depositare una cauzione.
“Viva il diritto di sciopero, viva il diritto di manifestare” ha sottolineato Salvini. “Stiamo lavorando a una legge per cui chi rompe paga. Vuoi fare una manifestazione? Paghi una cauzione personale e io come segretario della Lega lo farò in primis alla manifestazione che stiamo organizzando a Milano a febbraio”.
“Se lascia la città intatta nulla questio, se fai un danno paghi tu perché non può essere la comunità a pagare i 200mila euro di danni alla stazione centrale qualche giorno fa” ha aggiunto.
La protesta a Livorno
In occasione del presidio, la Capitaneria di Porto ha disposto l’interdizione fino alle 22 dello specchio di mare antistante la zona, presidiato da mezzi di polizia, guardia costiera e guardia di finanza.
Alla protesta hanno preso parte esponenti del sindacato Usb, militanti della Caserma occupata, Azione Livorno antifascista, studenti di Scuola di Carta e membri di Potere al Popolo.
Esposte bandiere palestinesi e numerosi striscioni contro Israele. Su uno si leggeva “Basta complicità con lo stato genocida di Israele”, su un altro “Le leggi livornine non valgono per i sionisti”, in riferimento alle antiche norme granducali che garantivano la libertà di culto e di commercio agli ebrei. Un terzo striscione avvertiva: “Fascista attento, nelle scuole ancora fischia il vento”.
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