Scoperte e sequestrate 5 zanne di elefante africano a Torino, 40enne denunciato: i dettagli dell'operazione
Sequestrate cinque zanne di elefante africano in un laboratorio di Torino: denunciato il titolare per detenzione illecita di specie protette.
Cinque zanne di elefante africano sono state sequestrate dai Carabinieri del Nucleo CITES – Distaccamento di Torino Caselle, durante un’operazione condotta il 17 settembre nell’ambito della campagna EMPACT 2022 e del piano operativo europeo EnviCrime 2024-2025. I controlli sono stati eseguiti presso laboratori di tassidermia in provincia di Torino, con l’obiettivo di contrastare il traffico illegale di specie protette.
Operazione EMPACT: i dettagli dell’intervento
Stando alle informazioni pubblicate sul sito dei Carabinieri, l’operazione si è svolta nell’ambito di una più ampia strategia europea di contrasto al crimine ambientale. Il Nucleo CITES – Distaccamento di Torino Caselle ha effettuato controlli mirati in diversi laboratori di tassidermia della provincia, focalizzandosi sulla verifica della presenza e della documentazione relativa a specie animali protette.
Il sequestro delle zanne di elefante africano
Durante uno dei controlli, i militari hanno rinvenuto cinque zanne grezze di elefante africano (Loxodonta africana), una specie inserita nell’Appendice I della Convenzione CITES e considerata in pericolo di estinzione. Le zanne, di dimensioni notevoli – tra 190 centimetri e 212 centimetri di lunghezza – sono state immediatamente poste sotto sequestro. La loro grandezza ha confermato la provenienza da esemplari adulti e il rilevante valore commerciale del materiale sequestrato.
La mancanza di documentazione e la denuncia
Gli esemplari di zanne erano detenuti senza la documentazione necessaria che ne attestasse la provenienza legale e il possesso lecito, come richiesto dalla normativa nazionale e internazionale. Il titolare dell’attività, un cittadino italiano sulla quarantina, è stato quindi denunciato all’Autorità Giudiziaria competente per detenzione illecita di parti di specie protette, in violazione del Regolamento (CE) n. 338/97 e della Legge 150/1992. Il procedimento penale è attualmente nella fase delle indagini preliminari e ogni valutazione è da considerarsi allo stato degli atti, in attesa di ulteriori sviluppi.
Il contesto normativo: la Convenzione CITES
La C.I.T.E.S. – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora – è una convenzione internazionale che tutela le specie a rischio di estinzione. Secondo la normativa, per tutte le oltre 40.000 specie animali e vegetali incluse nella Convenzione è obbligatorio dimostrare la legale provenienza tramite idonea documentazione, indispensabile per la detenzione e la commercializzazione. In particolare, per le zanne grezze di elefante, la documentazione deve essere richiesta al Nucleo Carabinieri CITES territorialmente competente.
Il ruolo dei Carabinieri CITES
I Carabinieri dei Nuclei CITES sono incaricati di effettuare controlli sul commercio di specie protette e di contrastare il traffico illegale delle stesse su tutto il territorio nazionale. L’operazione condotta in provincia di Torino si inserisce in un quadro di attività coordinate a livello europeo, volte a tutelare la biodiversità e a salvaguardare le specie minacciate inserite nella CITES.
Il commercio illegale di avorio: un fenomeno ancora diffuso
Nonostante i divieti e i controlli sempre più stringenti, il commercio di specie rare come l’avorio di elefante, sia grezzo che lavorato, rappresenta ancora oggi un fenomeno diffuso e redditizio per la criminalità organizzata. Il prelievo, la detenzione, la cessione e la commercializzazione di esemplari o parti di specie protette senza la prescritta documentazione sono severamente vietati dalla legge.
Carabinieri
Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.