Soldi a Kaufmann per il film fantasma, Meloni fa polemica sul tax credit dopo il caos su Villa Pamphili

Giorgia Meloni parla del caso di Francis Kaufmann, cui erano stati concessi 863mila euro per la realizzazione di un film mai davvero girato

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Torna d’attualità il caso di Francis Kaufmann, accusato di duplice omicidio e che in precedenza aveva ricevuto, sotto forma di tax credit, 863mila euro per la realizzazione di un film ambientato a Roma e poi mai davvero girato. A parlarne è stata la premier Giorgia Meloni che ha fatto polemica su questa misura concessa all’americano poi coinvolto nei fatti di Villa Pamphili.

Caso Francis Kaufmann, parla Giorgia Meloni

“Il caso Kaufmann è l’epilogo più drammatico e scandaloso di un sistema legato al tax credit“. Con queste parole, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata sulla vicenda dell’americano accusato dell’omicidio della compagna e della figlia trovate morte a Villa Pamphili, Roma.

La premier ha sottolineato le storture di un meccanismo che troppe volte ha sostenuto pellicole che poi hanno guadagnato pochissimo al botteghino e sono gravate sui conti dello Stato. Un procedimento che, secondo la leader di Fratelli d’Italia, ha portato a quelle che lei stessa ha definito vere e proprie truffe.

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L’ultimo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e l’attuale, Alessandro Giuli: sono stati difesi dalla premier Giorgia Meloni

L’attacco della premier sul tax credit

Parlando in collegamento al Forum in Masseria di Bruno Vespa, Giorgia Meloni ha risposto a una domanda sui fondi pubblici concessi per il film fantasma che faceva capo all’uomo accusato di aver ucciso la moglie e la figlia a Villa Pamphili. Il suo intervento è stato poi riproposto, con un estratto, sui suoi canali social, a testimonianza di quanto questo tema premesse alla premier.

Parlando del tax credit, Meloni lo ha citato come un esempio di spreco e opacità e ha sottolineato come il governo intenda “mettere la parola fine a sprechi, anomalie e irregolarità” con l’obiettivo di rispettare “chi lavora seriamente e per il bene del cinema italiano, che merita trasparenza, qualità e responsabilità”.

Come spiegato dalla presidente del Consiglio, “i soldi finivano sempre agli stessi — quelli con il portafoglio pieno e la sala vuota — e ora vogliamo che vengano usati meglio”. Giorgia Meloni ha anche citato esempi pratici. “Mi ricordo il film ‘I Cassamortari‘, 490 euro di incasso nelle sale e 1 milione e 250 mila euro di sostegno pubblico. Ce n’è un altro con 47mila euro di incasso nelle sale e 400mila euro di sostegno pubblico”, ricorda e fa intendere come da Palazzo Chigi arriverà un’inversione di tendenza volta a istituire tetti ai compensi per attori e registi, sanzioni più severe e controlli più stretti.

Rexal Ford era stato pagato per girare un film fantasma

Il duro attacco di Giorgia Meloni è a chi in passato ha concesso fondi senza effettuare i dovuti controlli e in difesa dei ministri della Cultura, Gennaro Sangiuliano e Alessandro Giuli. “Questo sistema negli anni ha generato delle vere e proprie truffe, ha costruito un meccanismo distorto che consentiva di finanziarie con milioni di euro delle tasse dei cittadini, film che poi alla prova dei fatti nelle sale guadagnavano poche decine di migliaia di euro, ma intanto avevano pagato cachet milionari a registi ed attori”, argomenta la premier.

“Ci è costato circa 7 miliardi solo negli ultimi 8 anni e a me francamente stupisce che qualcuno continui a difenderlo, perché io penso che sia nell’interesse delle persone che hanno a cuore una gestione decente dei soldi pubblici e della cultura in Italia, che ci sia un sistema trasparentemeritocratico per i contributi al cinema. E sono convinta che gli attacchi molto duri rivolti a Sanguliano – che aveva toccato un nervo scoperto – e a Giuli siano dovuti al fatto che questo governo ha deciso di mettere mano a questo ignobile scandalo”, aggiunge.

La premier prende le mosse per parlare di questo argomento dal caso di Francis Kaufmann, 46enne americano, noto anche con l’alias di Rexal Ford, arrestato per l’omicidio della figlia Andromeda e della compagna Anastasia Trofimova. Questi aveva infatti ricevuto, attraverso un tax credit dal ministero dei Beni culturali guidato da Dario Franceschini, 863mila euro per la realizzazione di un film, “Stelle della notte”, ambientato a Roma e poi mai davvero girato.

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