Strage di Paupisi, Salvatore Ocone e la minaccia al terzo figlio sopravvissuto: la preoccupazione del gip
Confermato il fermo di Salvatore Ocone. La giudice è preoccupata: "Potrebbe uccidere ancora”. Resta stabile la figlia di 16 anni in coma farmacologico
Salvatore Ocone è considerato pericoloso anche per il figlio maggiore, sopravvissuto alla strage familiare nella villetta di Paupisi. A confermare il fermo del 58enne è la giudice Silvia Lubrano, che definisce “ferocia omicida” il comportamento dell’uomo. Il gip è convinta che, se tornasse in libertà, potrebbe uccidere ancora. Il legale dell’uomo afferma che non si è ancora reso conto di ciò che ha compiuto. Nel frattempo, resta stabile la figlia di 16 anni, ricoverata in coma farmacologico.
Confermato lo stato di fermo per Salvatore Ocone
La gip di Campobasso, Silvia Lubrano, ha scritto nell’ordinanza di convalida del fermo di Salvatore Ocone che l’uomo ha agito con ferocia omicida. La preoccupazione della giudice è che possa tentare di “finire il lavoro”, cioè uccidere anche il figlio maggiore.
Tanti gli elementi che fanno temere questa possibilità, a partire dalle dichiarazioni con cui Ocone ha cercato di giustificarsi, fino a ciò che è accaduto agli altri due figli. L’omicida ha detto di aver agito in un impulso improvviso, “come una molla” che lo ha spinto a colpire con un masso di 5-7 chili la moglie e i figli.
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Avrebbe deciso di uccidere anche i ragazzi “perché non dovessero vivere senza la madre”. Tutto questo, scrive la gip, fa temere una pericolosità persistente.
Cosa ha detto Salvatore Ocone
L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice. Secondo il suo legale, l’avvocato Giovanni Santoro, Ocone non ha ancora elaborato la gravità di ciò che ha fatto e non sarebbe in grado di farlo. “Non ha una stabilità psichica”, spiega il difensore.
Santoro aggiunge che l’uomo non ha posto domande e mantiene uno sguardo fisso nel vuoto. Questi comportamenti sembrano collegarsi al percorso sanitario intrapreso da Ocone nel 2011, quando fu sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio per una grave forma di depressione. Da tempo, però, aveva interrotto la terapia e smesso di assumere i farmaci prescritti.
Proprio questo sarebbe stato uno dei motivi di lite con la moglie, che lo aveva sempre sostenuto nel percorso di cura.
Come stanno i figli?
Insieme alla madre, Elisa Polcino, l’altra vittima della strage è Cosimo Ocone, il figlio quindicenne colpito in casa e morto durante la fuga in auto del padre.
La sorella, seduta sul sedile posteriore, è stata trovata in condizioni gravissime e si trova in coma farmacologico. Al momento le sue condizioni sono stabili.
Mario Ocone, il figlio maggiore sopravvissuto, ha deciso in questi giorni di rilasciare alcune interviste per fare luce sulle condizioni in cui viveva la famiglia. Ha raccontato di litigi frequenti, ma mai di violenze fisiche o del timore che il padre potesse arrivare a una simile tragedia.
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