Tra obiettivi dell'Iran anche le basi Usa italiane? Crosetto preoccupato dopo l'attacco: "Risposta sarà forte"

I piani per le basi Usa italiane del Ministro della Difesa Guido Crosetto dopo l’attacco degli Stati Uniti all’Iran

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Gli Stati Uniti sono ufficialmente entrati nella guerra tra Iran e Israele. Per ordine del presidente Donald Trump sono stati bombardati tre siti nucleari iraniani. L’Iran ha risposto con un nuovo lancio di missili balistici su Israele. Si temono possibili ripercussioni di Teheran sulle basi Usa italiane. Il ministro della Difesa Guido Crosetto afferma di aver già iniziato a “prendere delle misure di protezione per mettere in sicurezza i contingenti italiani”.

La possibile risposta dell’Iran

Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno, gli Stati Uniti sono entrati al fianco di Israele nella guerra contro l’Iran.

I missili statunitensi hanno colpito tre siti nucleari iraniani: Fordo, Natanz e Isfahan; secondo l’Iran evacuati già da tempo.

Le basi Usa italianeANSA
La mappa delle basi Usa in Italia

Poche ore dopo, la Repubblica Islamica ha lanciato almeno 30 missili balistici su Tel Aviv e altri centri abitati in Israele.

Il timore è che la ritorsione di Teheran allarghi il proprio raggio d’azione, colpendo anche le basi militari degli Stati Uniti, di cui alcune presenti anche sul territorio italiano.

I timori del ministro Crosetto

L’entrata in guerra degli Usa, ha affermato Guido Crosetto al Tg1, “cambia completamente lo scenario, si apre una crisi molto più grande”.

Il Ministro della Difesa teme “una risposta molto più forte che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani”.

L’azione di Trump non è stata una sorpresa per l’esercito italiano, “di questi bombardieri avevamo già visto gli spostamenti nei giorni precedenti”.

“I contingenti italiani – rassicura il Ministro – non sono coinvolti e non sono neanche un obiettivo nella risposta iraniana”.

Tuttavia, si è già iniziato a “prendere delle misure di protezione per mettere in sicurezza i contingenti italiani”.

I contingenti “la cui vicinanza a possibili obiettivi americani poteva destare problemi” sono stati spostati.

Le basi Usa italiane

Attualmente sono più di 12mila i militari Usa che vivono nelle installazioni concesse alle forze armate nordamericane sul suolo italiano.

Tra le basi più importanti vi sono quelle di Solbiate Olona e Ghedi, in Lombardia, che riforniscono il 52esimo Fighter Wing dell’aeronautica militare Usa.

In Veneto vi sono la caserma Ederle di Vicenza e la base Nato di Motta di Livenza. In Friuli-Venezia Giulia, a Aviano, si trova la sede del 31esimo Fighter Wing.

Camp Darby, in Toscana, funge da deposito di missili, ordigni e munizioni. Gaeta, in Lazio, è il porto d’attracco della Marina americana.

A Sigonella, in Sicilia, si trova il principale hub dell’aviazione della Sesta flotta di stanza nel Mediterraneo.

Le basi italiani possono essere utilizzate dagli Stati Uniti “soltanto spiegando per cosa le vogliono utilizzare e soltanto dopo l’autorizzazione del governo italiano”, così come da accordo Roma-Washington del 1951.

crosetto ANSA