Usa e Cina in colloquio a Ginevra, per il segretario Bessent fatti progressi sui dazi: Trump apre a tagli
Colloqui Usa-Cina a Ginevra: Trump parla di “grandi progressi” ma un’intesa sui dazi resta lontana. Sul tavolo anche il dossier fentanyl
A Ginevra si sono riuniti i rappresentanti di Stati Uniti e Cina per avviare un dialogo sulla guerra commerciale. Secondo il segretario al Tesoro Usa Bessent, ci sono stati “progressi sostanziali”. Trump apre a una riduzione dei dazi, ma l’accordo resta lontano.
I colloqui a Ginevra
I negoziati si sono svolti nel fine settimana a Ginevra tra il segretario al Tesoro Usa Scott Bessent, il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer e il vicepremier cinese He Lifeng.
Secondo le parti, il dialogo ha segnato un passo avanti importante verso una de-escalation della guerra commerciale. Anche l’agenzia cinese Xinhua ha confermato l’importanza del confronto, lasciando intendere un cambiamento di tono da parte di Pechino.
Fonte foto: ANSA
Ai colloqui ha preso parte anche il consigliere per la sicurezza del presidente Xi Jinping, segnale che tra i temi trattati c’è anche la questione del fentanyl, la droga sintetica che preoccupa fortemente gli Usa.
Cosa propone Trump
Donald Trump ha commentato positivamente l’esito della prima giornata di negoziati, definendola su Truth Social un “reset totale negoziato in modo costruttivo”.
Il presidente americano ha lasciato intendere l’intenzione di ridurre i dazi doganali imposti sui prodotti cinesi, ipotizzando un calo dall’attuale 145% fino all’80%.
Secondo Bloomberg, l’amministrazione starebbe valutando tagli anche più drastici, con obiettivi tra il 54% e il 60%, nella speranza che la Cina risponda con misure simmetriche.
Manca ancora un accordo
Nonostante l’ottimismo, non c’è ancora un accordo formale. Bessent ha specificato che l’obiettivo degli incontri non è una firma imminente ma una prima fase di de-escalation.
Intanto, la Casa Bianca ribadisce la strategia a due livelli: una tariffa base del 10% su tutte le importazioni e dazi speciali per Paesi specifici, tra cui la Cina.
Pechino, dal canto suo, ha chiesto che gli Stati Uniti siano i primi a rimuovere le tariffe, mantenendo un atteggiamento di cauta apertura.
