Villa Pamphili, Francis Kaufmann non era solo Rexal Ford ma usava anche il nome Matteo Capozzi: il motivo
Rexal Ford, Matteo Capozzi: alcuni dei nomi utilizzati da Francis Kaufmann, l’uomo accusato dell’omicidio di Villa Pamphili, per cambiare identità
L’uomo arrestato per l’omicidio della neonata a Villa Pamphili, chiamato Rexal Ford, si chiamerebbe in realtà Francis Kaufmann, ma usava anche l’identità fittizia di “Matteo Capozzi“. Secondo quanto emerso dalle indagini, lo pseudonimo era già in uso il 27 marzo, quando l’uomo si trovava a Malta e cercava un modo per raggiungere la Sicilia noleggiando una barca, con l’obiettivo di sfuggire alla cattura.
- Francis Kaufmann, detto anche “Matteo Capozzi”
- Le identità multiple nel caso di Villa Pamphili
- I tentativi di rientro in Italia
Francis Kaufmann, detto anche “Matteo Capozzi”
Il 27 marzo, Francis Kaufmann si trovava ancora sull’isola di Malta, ma già si presentava come Matteo Capozzi. A confermare questo dettaglio è il titolare di una società siciliana di carsharing, contattato da un numero estero.
ANSA
L’uomo ha raccontato all’ANSA che quella sera ricevette un messaggio da un certo Capozzi, mai sentito prima, che chiedeva assistenza per affittare una barca da Malta alla Sicilia. Dopo aver chiarito di non conoscere alcuna società di charter, il contatto si interruppe.
Un episodio che ha accertato come Kaufmann stesse cercando rotte alternative per tornare in Italia evitando le rotte ordinarie, sfruttando l’alias italiano.
Le identità multiple nel caso di Villa Pamphili
Francis Kaufmann, noto anche come Rexal Ford, aveva accesso a ingenti risorse economiche grazie al sostegno dei genitori, che gli fornivano una “paghetta” mensile di 5.000 euro, fondi con i quali l’uomo viaggiava frequentemente tra diversi Paesi.
L’uso di più identità si inserisce in una rete di alias che gli ha permesso di muoversi in maniera discreta e di aggirare le verifiche anagrafiche.
In particolare, l’identità “Capozzi” sarebbe stata utilizzata sia per contatti con interlocutori italiani sia come copertura durante i suoi spostamenti in area Schengen.
I tentativi di rientro in Italia
Nei giorni precedenti al suo arresto in Grecia, Kaufmann aveva abbandonato documenti riconducibili al nome Rexal Ford, scegliendo l’identità italiana, forse con lo scopo di facilitare il rientro in Italia via mare senza attirare sospetti.
Il contatto telefonico avvenuto il 27 marzo con un imprenditore siciliano è stato però determinante per ricostruire parte della fuga di Kaufmann, dimostrando anche che l’uomo stava già elaborando modalità di rientro in Italia in tempi molto vicini all’omicidio.
I magistrati hanno parlato di Kaufmann come di un uomo dalla “elevata capacità criminale”, animato da “una pervicace volontà di portare a compimento il suo intento criminoso”.
