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BUONO A SAPERSI 11 GIUGNO 2025

Autovelox spenti dal 12 giugno? Le nuove regole

Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

Editor e videomaker

Content writer, video editor e fotografa, ho conseguito un master in Digital & Social Media Marketing. Negli anni ho sviluppato competenze nella creazione di contenuti digitali, integrando creatività e abilità tecniche in diversi progetti online e adattando i contenuti alle diverse piattaforme.

L’autovelox è da anni uno dei dispositivi più controversi della circolazione stradale. Simbolo di sicurezza per alcuni, di agguato a tradimento per altri. Ma ora qualcosa sta per cambiare: dal 12 giugno 2025 entrano in vigore nuove regole che rischiano di spegnere temporaneamente centinaia di apparecchi in tutta Italia. Un provvedimento atteso da tempo, che mira a fare chiarezza e soprattutto a riportare ordine in un settore fin troppo opaco. Ecco cosa prevede il decreto e quali sono le conseguenze per automobilisti, enti locali e produttori.

Cosa prevede il decreto e perché potrebbe spegnere centinaia di autovelox

Il nuovo decreto interministeriale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e pronto a entrare in vigore il 12 giugno, definisce regole univoche sull’installazione e l’uso degli autovelox, sia fissi che mobili. Un cambio di passo che, almeno sulla carta, dovrebbe rispondere a una richiesta precisa: porre fine alla giungla normativa che ha reso la presenza degli autovelox spesso irregolare, talvolta abusiva.

Secondo quanto stabilito, non è più possibile piazzare autovelox in zone dove il limite di velocità è fissato sotto i 50 km/h. Inoltre, i dispositivi devono essere sempre ben segnalati con anticipo e in modo chiaro, e la loro presenza deve essere giustificata da reali esigenze di sicurezza, non da logiche meramente economiche.

Il punto chiave è proprio questo: il nuovo quadro normativo impone criteri stringenti per l’uso dei dispositivi, e molti Comuni potrebbero non essere pronti ad adeguarsi. Le amministrazioni locali che non riescono a mettersi in regola in tempo, rischiano di dover disattivare temporaneamente gli impianti, con conseguente perdita di introiti e, in alcuni casi, caos amministrativo. In parallelo, stanno emergendo nuove tecnologie per la gestione delle sanzioni, come il sistema CED che consente di emettere multe stradali immediate e tracciabili: un’evoluzione che potrebbe cambiare radicalmente il rapporto tra automobilisti e controlli elettronici.

Chi guadagna e chi perde: gli effetti per cittadini, Comuni e imprese

Per i cittadini, almeno in teoria, si apre una nuova stagione di trasparenza e rispetto dei diritti. Stop a multe improvvise prese in tratti di strada inspiegabilmente limitati a 30 km/h, senza che vi sia reale pericolo o contesto urbano. Gli automobilisti possono contare su una maggiore chiarezza, grazie all’obbligo di segnalazione e alla pubblicazione delle motivazioni che giustificano la presenza degli autovelox.

Per i Comuni, però, la partita si fa più complicata. Molti si sono affidati agli autovelox come fonte di entrate facili, trasformando la sicurezza stradale in un business. Ora devono dimostrare, punto per punto, la necessità e la regolarità di ogni singolo dispositivo. Chi non si adegua rischia di perdere gli introiti derivanti dalle multe e di finire al centro di ricorsi collettivi.

Infine ci sono i produttori e le aziende che gestiscono i dispositivi: il decreto potrebbe mettere in difficoltà chi ha investito in tecnologie non più conformi, ma potrebbe anche aprire a una nuova stagione di innovazione più regolamentata e trasparente.

Quello che sta per iniziare è, o almeno dovrebbe essere, un cambiamento di sistema. Un tentativo concreto di riportare il buon senso nella gestione di uno strumento che, per funzionare davvero, deve essere al servizio dei cittadini e non delle casse comunali.

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