Coltivare le fave in casa non è impossibile, ma nemmeno una passeggiata. È una pianta rustica, sì, ma pretende attenzione e un minimo di metodo. Se sbagli vaso, terreno o periodo, rischi solo di buttare via semi e tempo. Con un po’ di organizzazione, invece, puoi raccogliere baccelli freschi e saporiti anche sul balcone. Basta capire come partire, cosa evitare e quando intervenire.
Piantare fare in casa: preparazione e semina delle fave
La prima cosa è scegliere un vaso profondo, almeno 30 o 40 centimetri, perché le fave affondano radici lunghe e non perdonano gli spazi stretti. Il terreno deve essere morbido e drenante: una miscela di terra universale, sabbia e un po’ di compost maturo va benissimo. Bisogna evitare i terreni troppo ricchi di concime fresco, perché le leguminose non amano l’eccesso di azoto: producono tante foglie e pochi baccelli.
Il periodo ideale dipende dal clima: al Sud si può seminare in autunno, tra ottobre e novembre, così le piante crescono lentamente d’inverno e fioriscono in primavera. Al Nord è meglio aspettare la fine del freddo, tra febbraio e marzo. Il principio è semplice: la fava regge il freddo, ma non sopporta il gelo intenso né il caldo secco nelle prime fasi.
I semi si interrano a circa cinque centimetri di profondità. In ogni buchetta puoi mettere due o tre semi, distanziando le piante almeno di venti centimetri tra loro. Dopo aver coperto il terreno, bagna con delicatezza. Non serve allagare: basta mantenere un’umidità costante finché spuntano le prime piantine, di solito dopo una decina di giorni.
Nei periodi freddi, se temi gelate notturne, copri con un telo leggero o una pellicola traspirante: protegge le giovani piantine e accelera la crescita. Quando iniziano a svilupparsi, controlla che non si formino ristagni d’acqua nel sottovaso. È il modo più rapido per far marcire le radici.
Un consiglio pratico: semina a scalare. Ogni due settimane metti qualche seme nuovo. Così non ti ritrovi tutte le fave pronte insieme, ma hai raccolti progressivi per più tempo.
Fave in casa: cura, crescita e raccolta
Una volta che le piantine si sono stabilizzate, la cura principale è l’acqua. Le fave non vogliono terreni secchi, ma neanche un pantano. Innaffia quando la superficie del terreno inizia ad asciugarsi e sospendi se piove spesso. Quando le piante superano i venti centimetri, puoi rincalzare leggermente la base, cioè accumulare un po’ di terra attorno al fusto: aiuta a tenerle dritte e stimola nuove radici.
Se crescono molto in altezza, inserisci un bastoncino di sostegno e lega la pianta con un filo morbido. Evita legature rigide: i fusti sono delicati e si spezzano facilmente. Quando iniziano a comparire i fiori, è il momento di fare la cimatura apicale: taglia con le dita o con una forbicina la punta della pianta sopra il quarto o quinto nodo. Così l’energia si concentra sui baccelli e limiti l’attacco degli afidi, che adorano le parti più tenere.
A proposito di parassiti: l’afide nero è il nemico numero uno. Se ne vedi qualcuno, elimina subito i germogli infestati o spruzza un macerato d’ortica o di aglio. È un rimedio naturale e funziona. Mantieni anche una buona distanza tra le piante per favorire l’aria e ridurre muffe e funghi.
Le fave non hanno bisogno di concimi azotati: grazie ai batteri presenti nelle radici, si arrangiano da sole. Se vuoi dare una spinta, usa solo un po’ di compost o concime a base di potassio e fosforo durante la fioritura.
La raccolta dipende da cosa cerchi. Se vuoi fave dolci e tenere, raccogli i baccelli quando sono ancora gonfi ma non duri. Se preferisci i semi grandi da sgranare, aspetta qualche giorno in più. Non strappare tutta la pianta: taglia solo i baccelli maturi, così la pianta continua a produrre.
Quando la stagione finisce e le piante iniziano a seccare, puoi tagliarle alla base e lasciare le radici nel terreno. Rilasceranno azoto e arricchiranno il suolo per le coltivazioni successive. È un piccolo trucco che chi coltiva da anni conosce bene: con le fave non si butta via niente.





















