Una scoperta incredibile ha fatto entusiasmare l’intera comunità scientifica: un nuovo oggetto interstellare ha fatto capolino nel nostro Sistema Solare. Nulla di troppo fantascientifico – nessuna nave madre sta sfrecciando nella nostra galassia – solo un corpo celeste reale, proveniente da molto lontano, probabilmente da un altro sistema stellare potenzialmente come il nostro. È stato ufficialmente battezzato 3I/Atlas, e si tratta del terzo oggetto interstellare mai intercettato dall’umanità. Una scoperta affascinante che ribadisce quanto poco sappiamo dell’universo infinito che ci circonda.
La scoperta della NASA
Il nuovo oggetto, scoperto dal programma ATLAS finanziato dalla NASA alle Hawaii, è stato individuato per la prima volta il 25 giugno 2025. A differenza di comete e asteroidi “nostrani”, cioè provenienti dal nostro Sistema Solare, 3I/Atlas non è legato all’orbita del Sole: la sua traiettoria lo porta a sfrecciare a una velocità di oltre 60 chilometri al secondo, attraversando lo spazio in una rotta che lo condurrà nuovamente verso l’ignoto, verso il suo sistema stellare.
Secondo gli astronomi, 3I/Atlas è molto probabilmente una cometa composta in gran parte da ghiaccio. Con un diametro stimato tra i 10 e i 20 chilometri, potrebbe essere l’oggetto interstellare più grande mai avvistato. Per fare un confronto, i suoi predecessori – ’Oumuamua nel 2017 e 2I/Borisov nel 2019 – erano più piccoli e misteriosi, ma ugualmente affascinanti.
Il nuovo oggetto interstellare passerà all’interno dell’orbita di Marte, ma non rappresenta alcuna minaccia per la Terra o per altri pianeti. Purtroppo, data la sua velocità e la distanza, non sarà possibile inviare una missione per intercettarlo. Tuttavia, sarà visibile nei cieli dell’emisfero sud fino al prossimo anno, offrendo agli astronomi un’opportunità preziosa per studiare “da vicino” un pezzo di un altro sistema stellare.
Quanti oggetti interstellari abbiamo intercettato finora?
A oggi, gli oggetti interstellari ufficialmente osservati e confermati sono solo tre: ’Oumuamua nel 2017, 2I/Borisov nel 2019 e il nuovissimo 3I/Atlas nel 2025. Tuttavia, gli scienziati sono convinti che questi siano solo la punta dell’iceberg. Modelli teorici suggeriscono infatti che nel nostro Sistema Solare potrebbero vagare fino a 10.000 oggetti interstellari in un dato momento. La maggior parte di essi sarebbe però troppo piccola o troppo debole per essere rilevata con gli strumenti attualmente in uso dagli esperti.
Questo significa che potremmo essere “sorvolati” da visitatori provenienti da altri angoli della galassia molto più spesso di quanto pensiamo, senza nemmeno accorgercene. Una prospettiva molto affascinante, ma allo stesso tempo anche frustrante per la comunità scientifica, che vorrebbe poter studiare più da vicino questi oggetti e le informazioni preziose che portano con sé.
Fortunatamente, la situazione potrebbe cambiare presto. Con l’entrata in funzione del Vera C. Rubin Observatory in Cile, dotato di una tecnologia d’avanguardia per l’osservazione del cielo profondo, gli astronomi si aspettano di riuscire a individuare nuovi oggetti interstellari quasi ogni mese.