Sulla Terra c’è un ghiacciaio detto dell’Apocalisse. Il suo soprannome non si deve solo alle sue dimensioni. Il suo scioglimento, infatti, porterebbe all’inondazione delle coste di tutto il mondo.
Non uno scenario confortante e, purtroppo, sempre più reale. I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova tutti i ghiacciai del globo e il cosiddetto ghiacciaio dell’Apocalisse non può sottrarsi a questo nefasto destino. Una recente scoperta ha fatto scattare i campanelli d’allarme di un disastro che pare annunciato.
La nuova scoperta sul ghiacciaio Thwaites
Il verno nome del ghiacciaio dell’Apocalisse è Thwaites e si trova in Antartide. Da solo contribuisce a circa il 4% dell’innalzamento annuale del livello del mare. Una nuova scoperta ha suggerito che il ghiacciaio potrebbe iniziare a crollare nell’oceano come una fila di tessere del domino, con conseguenze estremamente gravi per le zone costiere del pianeta.
Il ghiacciaio Thwaites drena una vasta area della calotta glaciale dell’Antartide di circa 192.000 chilometri quadrati, una superficie più grande della Florida. Una volta che il Thwaites inizierà a destabilizzarsi, finirà per compromettere anche i ghiacciai vicini nell’Antartide occidentale.
Molti dei ghiacciai intorno all’Antartide hanno enormi estensioni galleggianti che rallentano il flusso di ghiaccio nell’oceano. Con il riscaldamento climatico finiscono per collassare, talvolta molto rapidamente. Se la piattaforma di ghiaccio del Thwaites dovesse collassare, esporrebbe una scogliera di ghiaccio molto alta di fronte all’oceano lungo il suo fronte di 120 chilometri. C’è solo una certa quantità di forza che il ghiaccio può sostenere, quindi se la scogliera è troppo alta, collasserà nell’oceano. Una volta che ciò accade, una nuova scogliera di ghiaccio più arretrata sarebbe esposta e sarebbe ancora più alta perché si trova più all’interno. La teoria dell’instabilità delle scogliere di ghiaccio suggerisce che, se le scogliere collassano abbastanza velocemente, potrebbe verificarsi un effetto domino di scogliere che collassano una dopo l’altra.
Cos’è l’instabilità della calotta glaciale marina
L’instabilità della calotta glaciale marina (Marine Ice Cliff Instability o MICI) è un concetto che riguarda il potenziale crollo rapido di scogliere di ghiaccio situate lungo il bordo dei ghiacciai. Le scogliere di ghiaccio hanno un limite alla quantità di stress che possono sostenere. Se diventano troppo alte, possono iniziare a collassare sotto il loro stesso peso.
L’instabilità della calotta glaciale marina è una teoria relativamente nuova e ancora non completamente verificata, poiché finora non è stata osservata direttamente in azione. Tuttavia, rappresenta un possibile meccanismo che potrebbe contribuire a un rapido aumento del livello del mare se dovesse verificarsi su larga scala.
Nell’Antartide Occidentale alcuni ghiacciai, tra cui il Thwaites, sono stati identificati come potenzialmente soggetti alla MISI, mostrando un assottigliamento progressivo e sempre più veloce. Ad esempio, è stato osservato che il ghiacciaio Totten negli ultimi decenni ha continuato a perdere massa con un andamento costante, il che suggerisce la possibilità di un rapido ritiro in un futuro decisamente prossimo.
I dati raccolti non ci permettono di dormire tra due guanciali. L’innalzamento dei mari porterebbe a conseguenze catastrofiche e non sempre sarà possibile dotarsi di una barriera per salvarci, un po’ come accade con il Mose di Venezia durante le alte maree. In molte aree l’innalzamento del mare potrebbe sommergere permanentemente le terre basse, rendendo inabitabili intere comunità costiere. Saranno le scelte dell’umanità a determinare quanto rapidamente il livello dei mari si alzerà nel corso del prossimi decenni.