Il tema del doping è al centro di ogni competizione sportiva e non ne sono esenti neanche i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Un caso che sta generando discussioni è relativo alla pubblicazione, da parte di un gruppo di hacker russi, di file con i dati sanitari di alcuni atleti delle olimpiadi. Molti di questi usano privatamente (e legalmente) sostanze vietate, approfittando delle cosiddette esenzioni per uso terapeutico. Un atleta può ottenere il permesso all’uso di un farmaco altrimenti proibito, a condizione che possa dimostrare che assumendolo si risolve un problema di salute significativo e che la sostanza vietata non agirà come un potenziatore delle sue prestazioni.
Quali sostanze riescono ad assumere gli atleti
Dopo le polemiche sulla terapia del ghiaccio, si apre la questione doping a Parigi 2024. La pratica dell’uso terapeutico ha funzionato in silenzio fino a quando non è stata portata in luce dagli hacker russi. Le fughe di notizie pubblicate online hanno rivelato che molti atleti di alto profilo e vincitori di medaglie olimpiche hanno il cosiddetto TUE, ovvero il permesso di usare determinate sostanze a scopo terapeutico.
Per esempio, la stella americana della ginnastica Simone Biles ha il permesso di assumere farmaci per curare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). La campionessa di basket statunitense Elena Della Donne ha ottenuto un’esenzione di quattro anni sia per l’Adderall, usato per trattare l’ADHD, sia per l’idrocortisone, un farmaco immunosoppressore spesso usato per combattere le reazioni allergiche.
Anche le calciatrici canadesi Christine Sinclair, Sophie Schmidt, Rhian Wilkinson e Melissa Tancredi avrebbero TUE scadute da tempo per il salbutamolo. Il farmaco, comunemente venduto con il marchio Ventolin, viene utilizzato per migliorare la respirazione aprendo le vie aeree nei polmoni.
Le cartelle cliniche trapelate hanno mostrato una prevalenza di permessi per l’uso di farmaci per curare disturbi come l’asma e l’ADHD. Ciò ha sollevato dubbi sulla possibilità che gli atleti usino queste sostanze per migliorare le loro prestazioni.
La lotta al doping durante le Olimpiadi di Parigi 2024
Tra le cose che ricorderemo delle Olimpiadi di Parigi 2024, il caso del doping è sicuramente una di queste. In realtà la lotta all’uso illegale di sostanze proibite inizia prima e dura fino alla chiusura dei Giochi. Si tratta di un vero lavoro di squadra in cui tutte le parti interessate contribuiscono a garantire l’integrità della competizione e a proteggere la salute degli atleti.
Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e il Comitato Paralimpico Internazionale (CPI) hanno stabilito le regole antidoping per i Giochi in linea con il Codice dell’Agenzia mondiale antidoping. Nel 2019 il CIO ha delegato la responsabilità dell’organizzazione e della gestione dei test antidoping ai Giochi Olimpici a un’autorità specializzata indipendente: L’International Testing Agency.
Per i Giochi di Parigi 2024 sono oltre 1.000 le persone coinvolte nelle diverse fasi antidoping. Circa 800 fungono da accompagnatori per informare gli atleti sui loro test e accompagnarli durante tutto il processo. Ogni sede ha uno spazio dedicato al controllo antidoping, dove circa 360 addetti alla raccolta dei campioni effettuano test antidoping sugli atleti e ne garantiscono la conformità. Parigi 2024 ha voluto rafforzare ulteriormente le capacità disponibili in Francia, ospitando un programma di formazione guidato da ITA e AFLD con l’obiettivo di aumentare il numero di professionisti della raccolta campioni nel paese.