Quasi ogni giorno sentiamo parlare dell’impatto di oltre 8 miliardi di esseri umani sul pianeta: il cambiamento climatico, l’uso delle risorse, l’urbanizzazione. Ma cosa succederebbe se quel numero, considerato la base di qualsiasi previsione demografica, fosse in realtà… sbagliato? E se la nostra popolazione globale fosse stata sottostimata di miliardi? A sollevare questa provocazione non è un romanzo distopico, ma un gruppo di ricercatori che, rivedendo i metodi di conteggio, suggerisce che la Terra potrebbe ospitare molti più individui di quanto finora creduto. Le implicazioni sono enormi e ci costringono a riconsiderare come percepiamo il mondo e la nostra presenza su di esso.
Il nuovo studio sul numero di esseri umani sulla Terra
Secondo un’analisi pubblicata da New Scientist e Science Alert, il numero ufficiale della popolazione mondiale — attualmente stimato in poco più di 8 miliardi — potrebbe essere una sottostima significativa. Lo studio si basa su una revisione critica dei metodi con cui vengono prodotti i dati demografici a livello globale, soprattutto nelle aree dove mancano censimenti affidabili o sistemi statistici strutturati.
I ricercatori hanno esaminato come la mancanza di dati in alcune regioni, in particolare nei Paesi a basso reddito o in zone colpite da conflitti, potrebbe portare a errori sistematici nella stima della popolazione. In pratica, ci sarebbero milioni — forse miliardi — di esseri umani non rilevati nei conteggi ufficiali. A pesare sul dato ci sarebbero anche i flussi migratori non registrati, i ritardi nei censimenti nazionali e le difficoltà tecnologiche nel monitorare le aree rurali o isolate.
Uno degli aspetti più interessanti sollevati dallo studio riguarda la struttura dei modelli predittivi: molti di essi utilizzano dati aggregati che non tengono conto delle densità locali, portando a risultati molto approssimativi. Alcuni ricercatori suggeriscono che la popolazione effettiva possa essere superiore di almeno il 5-10% rispetto alle cifre attuali. Una differenza che, su scala globale, potrebbe significare centinaia di milioni di persone in più.
Come viene calcolata la popolazione mondiale
Il conteggio della popolazione mondiale non avviene tramite un’unica misurazione diretta. È il risultato di un’elaborazione complessa che unisce dati provenienti da censimenti nazionali, registri civili, sondaggi a campione e proiezioni statistiche. Gli organismi principali che producono questi dati, come l’ONU o il World Bank, si affidano alle informazioni fornite dai singoli Stati, che a loro volta utilizzano metodi differenti per raccoglierle.
In molti Paesi, i censimenti avvengono solo ogni dieci anni — se avvengono del tutto. In altri casi, soprattutto in regioni colpite da povertà, instabilità politica o calamità, non esiste alcun sistema efficace di registrazione delle nascite o delle morti. Questo fa sì che i dati demografici siano spesso stimati più che misurati. Per cercare di migliorare la precisione, negli ultimi anni sono stati sviluppati strumenti basati su griglie di popolazione, che utilizzano immagini satellitari, dati geospaziali e modelli predittivi per mappare la distribuzione degli abitanti sulla superficie terrestre.
Un esempio di questi strumenti è quello illustrato nel documento “Methods for generating population grid statistics” (EFGS, 2022), che descrive come i dati spaziali possano essere integrati con quelli censuari per creare mappe ad alta risoluzione. Ma anche questi modelli presentano margini di errore, specialmente nelle aree in cui mancano dati aggiornati o precisi.
Quindi, siamo davvero più di 8 miliardi? È possibile. E questo non è solo un dato curioso: potrebbe avere un impatto enorme sulla pianificazione urbana, sulla distribuzione delle risorse e sul modo in cui affrontiamo le sfide globali. Conoscere con precisione quanti siamo è fondamentale per costruire un futuro sostenibile. Ma, come dimostra questo nuovo studio, potremmo aver appena grattato la superficie del problema.