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CURIOSITÀ 13 GIUGNO 2025

Iceberg nero avvistato in Canada: cos'è e perché è così raro

Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

Editor e videomaker

Content writer, video editor e fotografa, ho conseguito un master in Digital & Social Media Marketing. Negli anni ho sviluppato competenze nella creazione di contenuti digitali, integrando creatività e abilità tecniche in diversi progetti online e adattando i contenuti alle diverse piattaforme.

Hallur Antoniussen è un pescatore che conosce bene le acque al largo delle coste del Canada. Di iceberg ne ha visti tanti, anche strani, ma quello che ha incrociato a metà maggio 2025 lo ha lasciato interdetto. In mezzo ai soliti blocchi di ghiaccio bianco, ha visto galleggiare qualcosa di completamente diverso: un iceberg nero. Non capita tutti i giorni di imbattersi in uno spettacolo del genere, quindi Hallur ha fatto la cosa più sensata: ha preso il telefono e ha scattato una foto. È difficile spiegare il colore di quel pezzo di ghiaccio: c’è chi parla di inquinamento, chi ipotizza un effetto ottico e chi invece ha teorie più stravaganti. Ma cosa dice davvero la scienza?

Perché gli iceberg sono generalmente bianchi?

Gli iceberg che siamo abituati a vedere sono bianchi e azzurrini: la colorazione del ghiaccio dipende da molti fattori, a partire dall’aria intrappolata dentro. I classici iceberg appaiono così perché la luce si riflette sulle minuscole bolle d’aria al loro interno, diffondendosi in tutte le direzioni. Col passare del tempo, però, il ghiaccio tende a compattarsi, perdendo aria e diventando più trasparente. A quel punto, inizia ad assorbire le lunghezze d’onda più calde (rosse e gialle) e a riflettere le blu: ecco perché molti iceberg sono azzurri o blu intenso. I più rari? Quelli verdi, che derivano dalla presenza di ossidi di ferro, o quelli completamente neri, come quello avvistato in Canada. Esiste poi l’iceberg più grande del mondo, che è diventato letteralmente una minaccia.

Cosa rende nero un iceberg?

Ci sono alcune spiegazioni possibili per la colorazione scura. Non si tratta di un effetto ottico né di un gioco di luci. Secondo il glaciologo Lev Tarasov dell’Università Memorial di Terranova, un iceberg può diventare nero per la presenza di detriti terrestri. I ghiacciai, nel loro lento scivolare verso il mare, “grattano” il terreno sottostante e inglobano sabbia, sassi e limo.

Quando un frammento di quel ghiacciaio si stacca e finisce in mare, può contenere una miscela di sedimenti così densa da annerire l’intera massa di ghiaccio. Il blocco avvistato da Antoniussen sembra proprio appartenere a questa categoria. La distribuzione così omogenea del materiale scuro, però, fa pensare che si tratti di un iceberg molto antico, forse risalente a migliaia di anni fa, secondo Tarasov potrebbe essere persino di 100mila anni fa.

Altre ipotesi suggestive per il colore nero

Tra le teorie più fantasiose, ma comunque scientificamente plausibili, c’è anche quella di un’origine vulcanica. Enormi eruzioni del passato possono aver rilasciato nell’atmosfera ceneri e fuliggine che si si sono depositate poi sulla neve o sul ghiaccio, colorandoli di grigio o nero. Si è anche ipotizzato che la colorazione possa derivare da impatti meteorici, anche se in questo caso mancano prove concrete. In entrambi i casi, il nero non è “sporco” nel senso comune del termine: è più una testimonianza geologica, potrebbe essere un campione congelato di un evento catastrofico avvenuto molto tempo fa.

Purtroppo però, potremmo non arrivare mai a conoscere la verità: è infatti molto improbabile che qualcuno riesca a studiare da vicino quell’iceberg. Il Labrador è una zona remota, e gli iceberg sono per definizione in movimento, soggetti a scioglimento e a spostamenti imprevedibili. Ne vengono avvistamenti continuamente di nuovi (come l’iceberg grande come il Molise) e potremmo non rivederne uno simile per decenni.

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