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CUCINA 04 GIUGNO 2018

Olio di cottura: come smaltirlo

Quando si friggono gli alimenti, si deve affrontare il problema dello smaltimento dell’olio usato per questo metodo di cottura. Cedere, infatti, alla tentazione di rovesciarlo negli scarichi domestici può causare non pochi danni all’ambiente, perché è un prodotto non biodegradabile. L’olio di cottura, infatti, quando si disperde nel suolo innanzitutto danneggia fiori e piante, impedendo loro di assorbire dal terreno le sostanze di cui hanno bisogno per poter crescere. Inoltre, ha conseguenze anche sul suolo, impoverendone la composizione organolettica. Non è immune nemmeno l’acqua, nella quale l’olio crea una pellicola inquinante che ne intacca la potabilità. Per smaltire l’olio di cottura in modo green, dunque, mettetelo innanzitutto in un contenitore dedicato alla sua raccolta dopo averlo fatto raffreddare, che potete tenere in un posto sicuro e poco visibile sul terrazzo, o direttamente in cucina. Successivamente, dopo esservi informati su dove si trovano le isole ecologiche più vicine, portatelo lì. Anche i supermercati e i distributori di benzina, in certi casi, possono offrire un servizio gratuito mirato al ritiro dell’olio esausto. Quando l’olio di cottura è riciclato, viene utilizzato per la realizzazione di lubrificanti vegetali, glicerina per la saponificazione, biodiesel e combustibile per il recupero energetico. A questo proposito l’Italia vanta un bel primato, ovvero quello di primo paese in Europa nella rigenerazione dell’olio lubrificante usato.

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