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TECNOLOGIA 03 NOVEMBRE 2025

Squali bianchi attaccati da un feroce predatore del mare

Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videomaker

Giornalista, videomaker, copywriter e content creator. Mi occupo di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società. In passato ho lavorato in ambito televisivo. Osservo e racconto storie: penna e videocamera sono le mie fedeli compagne di viaggio.

Le orche, maestose creature marine, sono da sempre oggetto di mistero e fascinazione. Recentemente, uno studio condotto nel Golfo della California ha rivelato un aspetto inedito e sorprendente delle loro abitudini alimentari: hanno imparato a paralizzare i giovani squali bianchi e a rimuoverne il fegato, un comportamento tanto attento quanto spietato. Questa scoperta ha svelato dettagli inediti su come riescano a dominare la catena alimentare oceanica.

Note per la loro intelligenza e capacità di cooperazione, non si limitano a essere cacciatori opportunisti, ma riescono anche a sviluppare tecniche sofisticate per affrontare prede apparentemente invincibili. L’osservazione delle orche nel Golfo di California ha portato alla luce un comportamento inquietante e curioso: le orche paralizzano le loro prede più difficili da catturare, rimuovendo con una precisione chirurgica uno degli organi più vitali.

Gli attacchi delle orche più spietati

Gli attacchi delle orche agli squali bianchi sono diventati un tema di crescente fascino e preoccupazione per i biologi marini. Emerge un quadro affascinante di comportamenti predatori sempre più sofisticati e brutali, sviluppati per affrontare una preda che, a sua volta, è uno dei carnivori più letali degli oceani. Questi episodi mostrano l’evoluzione di una strategia di caccia tanto precisa quanto spietata, che ha stupito anche gli esperti.

Nel 2017 un’orca solitaria ha ucciso uno squalo bianco in meno di due minuti, strappandogli via il fegato con una rapidità scioccante, senza danneggiare altre parti vitali dello squalo. Questo comportamento ha suscitato l’interesse degli scienziati, che hanno cominciato a ipotizzare che le orche stessero sviluppando una conoscenza approfondita della fisiologia della loro preda e che stessero trasmettendo questa tecnica agli altri membri della specie.

Infatti, nel 2020, un gruppo di orche nel Golfo della California ha mostrato una tattica ancora più avanzata: una caccia di squadra che evidenziava non solo una grande intelligenza sociale, ma una strategia evolutiva tramandata tra le generazioni. Lo stesso tipo di dinamica è stata notata a largo delle coste australiane.

Nel 2025 è stato dimostrato come le orche abbiano affinato le loro abilità contro gli squali bianchi, mettendo in atto una velocità ancora maggiore e un’alleanza che non lascia scampo alle vittime designate. Gli squali bianchi, nonostante la loro ferocia, sembrano incapaci di difendersi con successo.

Perché le orche attaccano il fegato

Le orche non uccidono subito la preda ma la paralizzano, probabilmente per evitare che il grande squalo possa reagire e per ridurre il rischio di danni. Successivamente, con incredibile abilità, rimuovono il fegato, che è particolarmente ricco di nutrienti, e lo mangiano. Questo comportamento non è casuale: è un organo ricco di grassi, una risorsa energetica ideale per le orche, che devono sostenere la loro enorme massa corporea.

Grazie a un’intelligenza superiore, una socialità sviluppata e una comunicazione avanzata, riescono a cooperare in modo sincronizzato per cacciare prede molto potenti. Nel caso degli squali bianchi, la loro strategia è particolarmente ingegnosa. Le orche riescono a neutralizzare la preda con un’abilità che sembra suggerire una sorta di conoscenza anatomica profonda, capace di limitare le possibilità di fuga.

L’eliminazione del fegato può sembrare un comportamento curioso, ma è una scelta alimentare estremamente vantaggiosa. Il fegato degli squali bianchi, infatti, è ricco di lipidi, ed è quindi un concentrato di energia che permette alle orche di ottenere il massimo con il minimo sforzo. Questo metodo di caccia potrebbe essere un esempio di evoluzione comportamentale, una pratica che si tramanda tra le generazioni di orche e che si perfeziona nel tempo.

Il ruolo nell’ecosistema marino

Questo comportamento potrebbe avere anche un impatto significativo sull’ecosistema marino. La rimozione del fegato dagli squali bianchi potrebbe influenzare la popolazione di queste creature predatrici, anche se gli effetti a lungo termine non sono ancora chiari. Allo stesso tempo, il fatto che le orche riescano a regolare la loro dieta in modo così mirato suggerisce una straordinaria capacità di adattamento al loro ambiente.

Questi animali si confermano una delle specie più intelligenti in natura. Sono i “lupi del mare” ma, al di là della loro indole predatoria, queste creature sono capaci di strategie alimentari sorprendenti che sfidano la nostra comprensione. Ogni nuova scoperta sulla loro vita ci avvicina a comprendere meglio le dinamiche di un mondo che, sotto la superficie delle acque, nasconde ancora numerosi segreti.

Squali bianchi attaccati da un feroce predatore del mare
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