Che mondo sarebbe senza gli smartphone? Diciamolo, negli ultimi vent’anni il mondo è cambiato anche grazie a questo strumento. Se la diffusione dei cellulari a partire dagli anni ’90 era un modo per essere sempre raggiungibili, è con gli anni duemila e l’accoppiata con internet che gli smartphone sono diventati un modo per essere sempre connessi col mondo. Una rivoluzione tecnologica senza eguali nella storia dell’umanità, probabilmente seconda proprio solo all’avvento di internet, da cui i moderni cellulari dipendono e su cui basano il loro successo.
Così negli anni le nostre abitudini sono cambiate. Ce ne accorgiamo banalmente viaggiando su un qualsiasi mezzo pubblico: se fino a 30 anni fa vi era più propensione alla conversazione o alla lettura di un libro, oggi la maggior parte dei viaggiatori ha il capo chino sullo schermo di uno smartphone. Spesso a subire le influenze peggiori della tecnologia sono i minori. I nativi digitali sono i soggetti più a rischio, almeno da un certo punto di vista. La loro dipendenza dai device risulta spesso esasperata e da più parti nel mondo si discute su come arginare questo problema, Italia inclusa.
Cellulare vietato ai minori: la proposta
Le istituzioni italiane hanno deciso di regolamentare l’accesso alla rete per tutelare i fruitori più giovani, i più esposti ai rischi derivanti dai social network. Un primo tentativo era stato fatto nel 2023, ma non portò a nessun risultato tangibile. Ora un nuovo disegno di legge bipartisan presentato in Senato da FdI e alla Camera dal PD chiamato “Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale” ritenta laddove in passato si è fallito.
Secondo il provvedimento è previsto l’obbligo dell’introduzione da parte delle piattaforme della verifica dell’età dell’utente, nonché il divieto di utilizzo per gli under 16 senza il consenso o la supervisione di un genitore o tutore. Non è finita qui, perché pare l’intenzione sia quella di abbassare ulteriormente la soglia a 15 anni. Una legge simile non è un inedito a livello globale, tant’è che è già in vigore negli Stati Uniti, più precisamente nello stato dello Utah.
Non finisce qui, perché è arrivata anche la stretta per quanto riguarda i bambini utilizzati per la promozione di prodotti e servizi attraverso i canali social, spesso destinati ad altri coetanei. É questo il caso dei cosiddetti baby influencer, un fenomeno sempre più diffuso. In questo caso la pubblicazione dell’immagine del minore sarà consentita esclusivamente previa autorizzazione da parte del genitore/tutore e della direzione provinciale del lavoro se le entrate dirette o indirette risultino superiori a 12 mila euro all’anno.
Come funziona il parental control in Italia
Andiamo più nel dettaglio e cerchiamo di capire come potrebbe funzionare il parental control nel nostro Paese. Iniziamo col dire che è un aiuto per i genitori che vogliono disinnescare i contenuti potenzialmente pericolosi che circolano in rete e finiscono con regolarità sugli schermi degli smartphone.
Dal 21 novembre 2023 i gestori hanno l’obbligo di fornire in automatico e gratuitamente il parental control nelle offerte riservate ai minori. Gli operatori sono costretti a comunicare le soluzioni tecniche adottate, le categorie di contenuti da bloccare e i soggetti terzi utilizzati come partner tecnologici per implementare il sistema di parental control.
La stretta dell’Autority per le comunicazioni vale per i siti che promuovono la vendita di armi e quelli sul gioco d’azzardo e si estende ai portali che incitano a violenza, razzismo, disturbi alimentari o all’uso di alcol e droghe. Inoltre, sui dispostivi con sim riconducibili a minorenni possono essere bloccati quei siti e tutorial che promuovono l’anonimato in rete.
Quanti bambini usano lo smartphone in Italia
Per darci un’idea della dimensione del problema e spiegare perché si rende necessario intervenire, arrivano i numeri. Secondo una ricerca dell’Osservatorio Internet@Minori all’età di 13 anni, otto bambini su dieci navigano regolarmente su Internet e nel 57% dei casi lo fanno senza il controllo dei genitori.
Nella maggior parte dei casi l’accesso alla rete avviene proprio a mezzo smartphone. L’età di possesso e utilizzo di un dispositivo è diminuita ulteriormente, con un aumento significativo dei bambini tra i 6 e i 10 anni che lo utilizzano ogni giorno, passando dal 18,4% al 30,2% dal 2018 al 2022.
Nonostante ciò, l’Italia si posiziona quart’ultima nella mappa europea delle competenze digitali tra i teenager, con il 42% dei giovani italiani che presenta competenze scarse o nulle. Solo il 27% dei giovanissimi italiani ha competenze digitali elevate, contro il 50% dei francesi o il 47% degli spagnoli. Insomma, siamo di fronte a una schiera di giovanissimi che passano le loro giornate su TikTok, spesso senza avere idea di cosa stiano facendo, ma compiendo azioni automatiche e non del tutto consapevoli. Un problema quello dell’utilizzo smodato dei device che va a crearne un altro a ruota: in Italia, infatti, è in crescita il numero di giovanissimi obesi o in sovrappeso. A guidare la classifica è il Sud, con la Campania in testa (31,6%), dove è maggiore anche la percentuale di bambini che usano il cellulare tutti i giorni (fino all’83%) e si pratica meno sport.
Le proposte e i divieti nel resto del mondo
Viene naturale chiedersi dove si posiziona l’Italia con le sue richieste di limitazioni rispetto al resto del mondo. Molti Paesi stanno correndo ai ripari (o lo hanno già fatto), ognuno con le proprie idee e modalità operative.
In Gran Bretagna la maggiore età arriva a 18 anni, esattamente come in Italia. I giovani però possono già bere alcolici, lavorare e aprire un conto corrente a partire dai 16 anni. Ma una proposta di legge, a oggi solo sulla carta, della Segretaria di Stato per la Scienza Michelle Donelan intende vietare lo smartphone proprio ai minori di 16 anni. Una proposta che, per inciso, pare accogliere il benestare dei genitori britannici.
In Francia il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato che i ragazzi sono divenuti una mercanzia. Il governo transalpino sosterrà un proposta di legge per consentire l’uso del telefono portatile solo dopo gli 11 anni, ma senza Internet. Quest’ultimo potrà essere integrato solo dai 13 anni di età. Per i social accessibili dagli smartphone, invece, via libera solo dai 15 anni, limitandosi inoltre ai soli social “etici”, che applicano concretamente regole deontologiche.
Negli Stati Uniti, invece, si discute da tempo sulla possibilità di vietare gli smartphone in ambito scolastico. Nel maggio del 2023 la Florida ha approvato una legge che impone a tutti gli istituti pubblici di stabilire delle regole ferree per neutralizzare l’utilizzo del cellulare durante le lezioni. utilizzare il cellulare durante le lezioni. In seguito altri Stati hanno proposto o emanato restrizioni sul tema. Nel frattempo ogni distretto scolastico ha identificato la propria linea guida, come quello della contea di Clark a Las Vegas, dove i cellulari vengono riposti in sacchetti speciali in grado di bloccarne il segnale. L’ultima remora che sorge di fronte al divieto riguarda la compressione dei diritti individuali degli studenti. Regole stringenti si accompagnano infatti a controlli invasivi e costanti.