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CURIOSITÀ 31 OTTOBRE 2025

Palla della morte: il 'mostro' carnivoro degli oceani

Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videomaker

Giornalista, videomaker, copywriter e content creator. Mi occupo di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società. In passato ho lavorato in ambito televisivo. Osservo e racconto storie: penna e videocamera sono le mie fedeli compagne di viaggio.

Nelle oscure profondità del Southern Ocean — quella vasta fascia che circonda l’Antartide e che per secoli è stata fra le zone marine meno esplorate del nostro pianeta — un’importante scoperta scientifica ci ricorda quanto poco ancora conosciamo dei nostri mari.

Un team di ricerca formato da The Nippon Foundation‑Nekton Ocean Census e alcuni collaboratori del Schmidt Ocean Institute ha infatti confermato la presenza di ben trenta nuove specie degli abissi, tra cui emerge un organismo davvero sorprendente: una spugna carnivora, soprannominata “palla della morte”.

Un mostro arriva dalle profondità marine

La spugna carnivora ritrovata dagli scienziati e soprannominata “palla della morte“, fa parte del genere Chondrocladia sp. nov. e non si limita a filtrare il plancton, ma cattura veri e propri organismi. Questa specie, rinvenuta a circa 3.600 metri di profondità presso il sito della Trench North, a est dell’isola di Montagu, possiede infatti una forma sferica ricoperta di minuscoli uncini: strutture che le permettono una predazione attiva. L’immagine è tanto suggestiva quanto inquietante: una palla letale che cattura prede nel silenzio e nell’oscurità degli abissi.

Accanto a questa specie sono stati ritrovati anche i cosiddetti “vermi zombie” del genere Osedax sp.: animali che non possiedono né bocca né intestino e sopravvivono grazie a batteri che degradano i grassi nelle ossa di vertebrati marini morti. Insieme, questi organismi raccontano una verità semplice ma straordinaria: nei fondali ghiacciati e lontani dell’Antartide, la vita si manifesta in modi che ancora fatichiamo a immaginare.

Spugna carnivora: un nuovo contesto sorprendente

Queste scoperte derivano da due spedizioni del 2025 a bordo della nave della Schmidt Ocean Institute, durante le quali è stato usato il robot ROV SuBastian per esplorare aree come la Trench North e le isole South Sandwich. In una delle zone passate al setaccio, è stato rilevato persino un nuovo campo di vulcani sottomarini con attività idrotermale intorno ai 700 metri di profondità, con comunità biologiche che vivono grazie alla chemiosintesi piuttosto che alla luce del sole.

Secondo la dottoressa Michelle Taylor, responsabile scientifica dell’Ocean Census, queste scoperte dimostrano che “abbiamo analizzato meno del 30% dei campioni raccolti eppure abbiamo già confermato 30 nuove specie”. In altre parole: stiamo appena grattando la superficie di un mondo che è rimasto in gran parte nascosto.

Potremmo dire che scoprire una spugna carnivora è solo curiosità biologica che sa di macabro, visto il soprannome di “palla della morte, ma è molto di più. Nuove specie negli abissi rappresentano nuovi tasselli per comprendere la biodiversità, l’evoluzione delle forme di vita, le reti ecosistemiche che regolano gli oceani e, in ultima analisi, la capacità del nostro pianeta di rispondere ai cambiamenti ambientali.

L’Ocean Census lo ribadisce: accelerare la scoperta delle specie marine non è un lusso scientifico, ma una necessità per il bene pubblico. Inoltre, documentare queste forme di vita significa costruire dati aperti che si possono usare per elaborare strategie di tutela, soprattutto in regioni vulnerabili come quelle polari ed estremamente profonde.

Le conseguenze scientifiche di questa scoperta

La spedizione nell’Antartide ha già portato alla luce nuove specie di vermi a scaglie iridescenti, stelle marine, crostacei e molluschi adattati a ambienti estremi come quelli vulcanici o influenzati da sorgenti idrotermali. Come racconta la dottoressa Taylor, l’offerta di strumenti come mappatura del fondale, immagini ROV ad alta definizione e barcoding genetico — insieme a workshop di scoperta sul campo — sta riducendo drasticamente i tempi necessari per identificare nuove specie: da decenni a mesi. Questo apre la porta a un futuro in cui la frontiera della biologia marina non è soltanto sinonimo di scoperta curiosa, ma diventa la base per crescere in termini di innovazione, tecnologia e conservazione globale.

Certi luoghi si confermano le ultime grandi frontiere della vita sulla Terra. Scoperte come la spugna carnivora “palla della morte”, i vermi zombie e decine di nuove specie ci ricordano che, anche oggi, gli oceani conservano molti misteri. E, in questo panorama, programmi come l’Ocean Census stanno trasformando questi misteri in conoscenza. Perché, in fondo, capire meglio l’oceano significa capire meglio il nostro pianeta e forse anche noi stessi.

Palla della morte: il 'mostro' carnivoro degli oceani
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