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CURIOSITÀ 05 MAGGIO 2025

Le suore che coltivano cannabis: per cosa lo fanno

Pasquale Barillà

Pasquale Barillà

Editor e videomaker

Da diversi anni faccio parte del mondo della produzione video: ho iniziato creando un prodotto a 360 gradi per poi specializzarmi nel montaggio video da remoto. Le passioni per la musica e l’insegnamento giocano un ruolo chiave nella creazione dei miei contenuti e nella stesura dei miei articoli.

Mentre il dibattito sulla legalizzazione della cannabis continua a dividere opinione pubblica e istituzioni, a Merced, in California, un gruppo di donne ha trovato una via tutta sua. Vestono come suore, seguono rituali che ricordano da vicino quelli monastici, ma non appartengono a nessun ordine religioso. Le chiamano “le suore della cannabis” e il loro nome ufficiale è Hermanas del Valle. La loro missione? Coltivare cannabis terapeutica e produrre rimedi naturali.

Chi sono le Hermanas del Valle

Le Hermanas del Valle sono una comunità fondata da Christine Meeusen, oggi conosciuta come sorella Kate. La sua storia inizia nel 2014, quando cerca un rimedio per affrontare i sintomi di una menopausa precoce. Dopo varie prove scopre le proprietà terapeutiche della cannabis e decide di iniziare a coltivarla. Acquista un piccolo appezzamento di terra nella campagna californiana e dà vita a un progetto che, negli anni, attirerà l’attenzione di media internazionali e consumatori da ogni parte del mondo.

Il loro nome, che in spagnolo significa “le sorelle della valle”, evoca immagini di conventi e riti religiosi, ma in realtà si tratta di un collettivo laico. Alcune delle donne che ne fanno parte sono spirituali, altre agnostiche o non credenti. Nessuna appartiene a un ordine religioso riconosciuto, anche se l’aspetto può ingannare: indossano abiti da suora per richiamare visivamente l’idea di dedizione e cura, e adottano uno stile di vita ispirato alla disciplina e alla comunità.

La struttura della loro organizzazione prevede due livelli: le sorelle “ortodosse”, che vivono e lavorano nella fattoria di Merced, e le sorelle “satellite”, che collaborano alla distribuzione dei prodotti da varie parti del mondo, dal Messico alla Nuova Zelanda. L’ingresso nella comunità avviene attraverso un percorso ben definito: compilazione di un questionario, lettura e accettazione di un regolamento interno, e un periodo di convivenza nella fattoria per apprendere i valori e le pratiche del gruppo.

Le Hermanas del Valle si ispirano alle Beghine, donne laiche vissute tra il XII e il XIV secolo, che si organizzavano in comunità indipendenti per dedicarsi ad attività spirituali e sociali, senza sottostare all’autorità ecclesiastica. Lo spirito è lo stesso: autonomia, cura e impegno nel costruire un’economia che mette al centro la guarigione e il benessere.

La missione spirituale dietro la coltivazione

La cannabis coltivata dalle sorelle non ha nulla a che vedere con l’uso ricreativo. Tutti i loro prodotti sono a base di CBD, un principio attivo che non ha effetti psicoattivi, ma è noto per le sue proprietà terapeutiche: allevia il dolore, riduce l’ansia, favorisce il sonno e migliora la qualità della vita di molte persone. Nella loro fattoria, ogni fase della produzione è guidata da rituali legati ai cicli lunari e al rispetto della natura.

La spiritualità che anima il lavoro delle Hermanas del Valle non passa attraverso dogmi religiosi, ma si radica in una profonda connessione con la terra e con il significato più autentico del prendersi cura. Per loro coltivare cannabis è un atto sacro, una forma di attivismo pacifico che unisce etica, sostenibilità e salute. Ogni preparazione viene realizzata a mano, con ingredienti naturali, seguendo ritmi lenti e consapevoli. Non usano pesticidi né fertilizzanti chimici. Ogni pianta viene trattata come una risorsa preziosa, da rispettare e valorizzare.

Nella loro visione, guarire il corpo significa anche guarire la società. Per questo le sorelle portano avanti un modello economico femminile, cooperativo e decentralizzato. Non cercano il profitto fine a sé stesso, ma vogliono dimostrare che un altro modo di fare impresa è possibile: uno in cui il benessere collettivo conta più dei margini di guadagno.

Il loro messaggio è chiaro: la cannabis può essere uno strumento di cura e rigenerazione, se gestita con responsabilità e amore. Ogni flacone di olio prodotto nella loro fattoria è il risultato di un processo che unisce saperi antichi, tecnologie moderne e una visione del mondo fondata sulla solidarietà.

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