La Polizia Stradale ha recentemente lanciato un allarme riguardante una nuova truffa che sta prendendo piede nei distributori di carburante italiani. Si tratta della cosiddetta “truffa dei 5 euro“, un inganno apparentemente banale ma che può costare molto caro agli automobilisti distratti o troppo fiduciosi.
Truffa dei 5 euro: può costare cara
La tecnica utilizzata dai truffatori è semplice. Un individuo si avvicina a un automobilista intento a fare rifornimento, sostenendo di avere problemi con la propria carta di credito o di non possederne una. Con fare amichevole, chiede alla vittima di pagare il carburante con la propria carta in cambio di una banconota da 5 euro in contanti. Se l’automobilista accetta, il truffatore approfitta della situazione per riempire completamente il serbatoio, ben oltre l’importo pattuito. Nei casi peggiori, se la vittima si accorge dell’inganno e tenta di interrompere il rifornimento, il malvivente potrebbe ricorrere a intimidazioni o minacce per completare la truffa.
Questa pratica fraudolenta si verifica soprattutto nelle stazioni di servizio self-service attive 24 ore su 24, in particolare di notte, quando manca il personale di sorveglianza. La truffa dei 5 euro ha avuto origine in Francia, per poi diffondersi rapidamente in Spagna e, ora, anche in Italia. Il motivo della sua diffusione è legato a diversi fattori, tra cui l’aumento del costo del carburante e la crescente diffusione delle stazioni automatizzate, prive di personale.
Difendersi da questo raggiro è semplice, ma richiede attenzione. Ecco alcune precauzioni fondamentali per evitare di cadere vittima della truffa:
- Non accettare richieste di pagamento da sconosciuti: anche se l’importo sembra insignificante, meglio rifiutare cortesemente e allontanarsi.
- Scegliere distributori presidiati: se possibile, fare rifornimento in stazioni di servizio con personale presente, soprattutto nelle ore notturne.
- Osservare l’ambiente circostante: se si notano persone sospette nei pressi della stazione di servizio, meglio cambiare distributore.
- Restare vigili e non farsi intimidire: in caso di atteggiamenti aggressivi, allontanarsi e chiamare immediatamente le forze dell’ordine.
- Segnalare tentativi di truffa: se si assiste o si è vittima di un raggiro, è importante denunciare l’accaduto alle autorità competenti.
Come segnalare le truffe in Italia
Segnalare una truffa è fondamentale per contrastare questi fenomeni e proteggere altri automobilisti da potenziali raggiri. In Italia ci sono diversi modi per denunciare un tentativo di frode ai distributori di benzina.
- Contattare immediatamente le forze dell’ordine: in caso di truffa o minaccia è possibile chiamare il 112 o il 113.
Rivolgersi alla Polizia Stradale: la Polizia Stradale è l’ente più indicato per gestire segnalazioni riguardanti truffe nelle stazioni di servizio. - Segnalare l’accaduto tramite l’app “YouPol“: questa applicazione della Polizia di Stato permette di inviare segnalazioni anonime e allegare foto o video.
- Denunciare l’episodio alla Guardia di Finanza: in caso di sospetto di frode fiscale legata a distributori di carburante, la Guardia di Finanza può intervenire con controlli specifici.
- Informare l’istituto bancario: se si teme che i propri dati di pagamento siano stati compromessi, è consigliabile contattare la banca per bloccare la carta e prevenire addebiti non autorizzati.
Oltre a quella dei 5 euro, esistono altre truffe che colpiscono gli automobilisti ai distributori di benzina. Tra le più diffuse ci sono:
- Truffa dei contatori truccati: il contatore della pompa parte prima dell’erogazione o continua a girare dopo il rifornimento, facendo pagare più carburante di quello realmente fornito.
- Truffa dei Pos manomessi al distributore: alcuni truffatori installano dispositivi chiamati “skimmer” per clonare le carte di pagamento e acquisire dati sensibili.