Ci sono storie, presunte o reali che siano, che lasciano davvero a bocca aperta. È il caso di una delle leggende oniriche più curiose al mondo, che ha preso forma a New York nel gennaio 2006. A dare il LA all’uomo dei sogni è un volto disegnato da una paziente in terapia, che dichiarava di riconoscerlo nei propri sogni pur non avendolo mai incontrato nella vita reale.
Da quello schizzo raccontato dallo psichiatra la storia ha preso piede, ingigantendosi. Il volto in questione sarebbe stato visto, sempre secondo racconti diretti, da altri pazienti dello stesso medico, poi condiviso in terapia, fino a raccogliere oltre duemila testimonianze su un sito web dedicato. Questo personaggio è divenuto noto con il nome di Thisman.
Cosa ci sarebbe dietro l’uomo dei sogni
Ma cosa rappresenta questo enigma onirico? Sull’uomo dei sogni le interpretazioni sono varie e affascinanti. Per alcuni credenti si tratterebbe dell’immagine di Dio e spiegherebbe perché in certi sogni dia consigli o parli in modo profetico.
Per gli psicoanalisti, invece, è semplicemente un archetipo dell’inconscio collettivo: un volto che emerge nei momenti di cambiamento emotivo, stress o sviluppo interiore: una sorta di guida immaginaria.
E poi, naturalmente, c’è la spiegazione più pragmatica: forse tutto nasce da un banale fenomeno di memoria indistinta: sogniamo facce che non ricordiamo, e quel volto “ricorrente” potrebbe semplicemente essere un riflesso della nostra mente che cerca di dare ordine a figure nebulose.
La potenza mediatica del fenomeno Thisman
È interessante notare che la leggenda sull’uomo dei sogni è stata alimentata da una pagina web – thisman.org – creata dal sociologo italiano Andrea Natella. L’obiettivo sarebbe stato quello di accogliere le testimonianze di chi affermava di aver incontrato This Man nei propri sogni.
Alcuni sostengono che tale sito sia un’operazione di guerrilla marketing, d’altronde Natella è attivo nel campo, ma il fenomeno ha comunque suscitato un’attenzione tale da attirare anche l’interesse della casa cinematografica Ghost House Pictures e del regista Sam Raimi per un possibile film.
La potenza di questo mito risiede nella sua semplicità e universalità: un volto sconosciuto che appare nei sogni di più persone, la sensazione che non si tratti solo di un evento isolato ma di un fenomeno condiviso. Il fascino è amplificato dal fatto che non c’è una spiegazione definita che tenga tutto insieme: tra teologia, psicologia e puro caso, l’uomo dei sogni resta un enigma aperto e fa paura. Il blog richiama proprio questa ambiguità: “Come sappiamo, spesso l’immaginazione ingigantisce le cose…”, affermando la possibilità che tutto si riduca a una creazione collettiva o a un’invenzione intenzionale.
In fondo, la storia dell’uomo dei sogni ci invita a riflettere sul potere del nostro mondo interiore, su quanto i sogni siano portali verso ciò che è nascosto, non detto o non compreso. Ci ricorda che l’inconscio può presentarci figure misteriose e che forse è proprio in quei momenti, quando il volto appare nell’oscurità del sonno, che siamo chiamati a porci domande: quale messaggio porta? È un archetipo, un dio, o solo il riflesso casuale di una mente in attesa?





















