"La zattera dei morti" al Teatro Duse
Una favola post-atomica e distopica, giocata su diversi registri linguistici: quattro esseri umani, tre uomini e una donna, si incontrano nella Germania del 2050, ormai distrutta da catastrofi ambientali e nucleari. Decidono di mettersi in viaggio, su una zattera, per discendere il fiume Reno per raggiungere Xanten, città neutronizzata quarant’anni prima (ovvero oggi), e perciò “toxi-clean e body-empty”. Sembra restare poco di umano in quelle quattro figure, almeno all’inizio di questa vicenda, se non l’istinto, il senso d’angoscia e i loro linguaggi: ognuno cerca di sfuggire alla paura proprio con un particolare atteggiamento linguistico.