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Al Mattatoio "Fotografia. Olivia Arthur, Antonio Biasiucci, Max Pinckers, Alfred Seiland per Roma"

Appuntamento con i grandi nomi della fotografia

 

Dal 22 settembre al 19 novembre al Mattatoio di Roma si tiene la mostra "Fotografia. Olivia Arthur, Antonio Biasiucci, Max Pinckers, Alfred Seiland per Roma".

 

 

La mostra è l’atto di restituzione al pubblico di un progetto di più ampia portata, che prevede residenze a Roma per fotografi di fama internazionale e che l’amministrazione capitolina persegue da tempo. Le origini risalgono alla “Commissione Roma”, l’iniziativa avviata nel 2003 nell’ambito di Fotografia Festival internazionale di Roma e mirata a valorizzare la fotografia e a dotare la città di Roma di un patrimonio di immagini in grado di restituire la sua identità attraverso sguardi diversi.

 


A seguito di questo ventennale progetto, l’Archivio Fotografico del Museo di Roma, destinatario delle immagini realizzate durante le residenze, si è arricchito delle opere di quindici grandi protagonisti della fotografia contemporanea, tra gli altri Josef Koudelka, Olivo Barbieri, Anders Petersen, Martin Parr, Graciela Iturbide, Gabriele Basilico, Guy Tillim, Tod Papageorge, Alec Soth, Paolo Ventura, Tim Davis, Paolo Pellegrin, Hans-Christian Schink, Roger Ballen, Jon Rafman, Simon Roberts, Léonie Hampton, Nadav Kander, Martin Kollar, Alex Majoli, Sarah Moon, Tommaso Protti.

 


 
Per l’edizione di quest’anno, Francesco Zizola ha invitato a Roma quattro autori noti nel mondo della produzione artistica e fotografica internazionale – Antonio Biasiucci, Max Pinckers, Alfred Seiland e Olivia Arthur – che si sono misurati con condizioni del tutto eccezionali, quelle create dalla pandemia di Covid-19. Lavorando durante il lockdown, e immediatamente dopo, hanno affrontato una realtà inedita sviluppando pensieri e ricerche che hanno al centro i temi del tempo e dello spazio, dei corpi e delle relazioni, dello spazio urbano e di quello interiore. Le stesse tematiche che contraddistinguono i dibattiti più avanzati sulle immagini e sulle loro modalità di funzionamento. Le opere presentate rinnovano il linguaggio fotografico e allo stesso tempo ne approntano una chiara critica.

 


 
Olivia Arthur (Londra 1980) si fa coraggiosamente carico della Roma più invisibile. Durante il lockdown riesce a farsi accogliere nelle case di alcuni romani e ne dipinge un ritratto che trasforma i segni della pandemia in una metafora del tempo, di fatto storicizzandolo dentro il contesto della città millenaria culla e intreccio di popoli, etnie e storie diverse.

 


 
Antonio Biasiucci (Dragoni, Caserta 1961) si immerge nelle evanescenti tracce di una Roma pagana che rintraccia nella folta vegetazione che ha ripreso spazio e presenza in città durante la pandemia. Quello che la sua fotografia, presentata in forma di polittici, esprime è una tensione continua verso un passato lontano ma visibile, la cui memoria emerge assumendo forme magiche e sacre suggerite dalle nuove entità organiche rappresentate dalle pietre e dalla natura.

 

 

Attraverso la varietà di approcci visuali e concettuali, queste nuove produzioni offrono uno sguardo sfaccettato e profondo sulle molteplici anime della Città e rappresentano un nuovo e ulteriore importante lascito importante per la collezione dell’Archivio Fotografico del Museo di Roma. In foto: Max Pinckers, Senza Titolo | dalla serie 2020-MMXX. © Max Pinckers

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