Un cantico per il ponte Morandi

"È disdicevole prendersela con Riccardo Morandi, che il ponte di Genova lo pensò sessant'anni fa, quando non c'erano i mezzi superpesanti di oggi e anche i flussi di traffico erano diversi, perché in realtà di quel ponte nessuno si è mai preso cura". Parola di Bernardo De Muro, ex insegnante di filosofia nei licei, sardo di nascita e di origine, una vita in giro per l'Italia: esperto di arte oratoria, in trent'anni ha avuto oltre 4mila allievi tra politici, avvocati, attori e altri professionisti cui ha insegnato a parlare in pubblico. Subito dopo il crollo del ponte Morandi, il 14 agosto 2017, ha scritto "Genova - Cantico per un ponte", edito da Edizioni Effetto di Torino. Considerato un curioso caso di letteratura applicata alla realtà, sta conoscendo inattesa notorietà tra gli addetti ai lavori: Bernardo De Muro, che a 80 anni ha deciso di "esiliarsi volontariamente" nel Nord Ovest Sardegna, partecipa da mesi a incontri formativi, seminari e convegni in mezza Italia. La visione che emerge dal suo cantico è netta e fa presa tra gli esperti. Perché, come dice lui, che ama definirsi "viandante della parola", parlando direttamente al ponte: "Ti guardano come si guarda un moloch privo di vita, mentre l'anima tua in eterno vivrà per come mano di artista ti ha disegnato". E ancora: "Nella sofferenza, in lutto dolente, rimarranno le famiglie dei morti e quelle dei vivi, e con esse la scuola delle italiche idee".(ANSA).

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