I Marcido tornano con "Le baccanti"
Alle soglie del quarantennale della loro avventura artistica, i Marcido tornano alla tragedia greca: una sorta di fil rouge nella loro produzione, che per la prima volta affronta Euripide dopo aver tratto dagli altri due tragici alcuni allestimenti rimasti nella storia della scena italiana. Il testo di Euripide, attraversato come d’abitudine dalla penna affilata dell’Isidori, vive in una riscrittura che trasporta la sensibilità attica nella temperie dell’oggi. La vicenda è riletta attraverso la lente del grottesco: la via dell’antica catarsi è percorsa da una spiccata dimensione ludica; trionfa il gioco del Teatro, affidato alla voce di un coro tragico che diventa Coro Marcido, catalizzatore di un’energia scenica travolgente, una voce sola, un tutt’uno con la macchina scenica che campeggia sul palco. Questa volta è il Palazzo di Penteo, l’ultima delle straordinarie invenzioni della scenografa Daniela Dal Cin (che per il Palazzo di “Edipo re” era stata finalista ai Premi Ubu); gli interpreti lo scalano, lo assediano, s’inerpicano sopra e dentro l’architettura aprendo botole e svelando meccanismi nascosti, nel segno di quella fantasia sorprendente che è il simbolo più vivo e più conosciuto del teatro dei Marcido.