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Baby gang arrestata a Ravenna, 9 minorenni in manette: violenze feroci tra cui un tentato omicidio con machete

Nove minorenni tunisini arrestati a Ravenna per associazione a delinquere e reati violenti: operazione della Polizia in più province.

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Virgilio Notizie

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È di nove misure di custodia cautelare il bilancio di un’operazione condotta dalla Polizia di Stato contro un gruppo di minorenni stranieri non accompagnati (MSNA), accusati di associazione per delinquere e numerosi reati violenti e predatori. L’operazione è stata eseguita nella mattinata di oggi a Ravenna e in altre province italiane, su disposizione del GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna, su richiesta della Procura per i Minorenni. Secondo quanto si legge sul sito della Polizia di Stato, i destinatari delle misure sono nove minorenni di origine tunisina, già noti alle forze dell’ordine per precedenti episodi di criminalità e devianza.

Le indagini e il contesto: un gruppo di minorenni tunisini tra i CAS e la fuga dalle strutture

Come indicato dal portale ufficiale della Polizia di Stato, le indagini sono partite nell’autunno 2024, quando un gruppo di minorenni stranieri non accompagnati (MSNA), tutti di origine tunisina, è stato collocato nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) presenti sul territorio ravennate. Fin dai primi giorni, i giovani si sono distinti per comportamenti contrari alle regole di convivenza, tanto che la Prefettura locale è stata costretta a chiudere una delle strutture che li ospitava sin da ottobre 2024. Nonostante il tentativo di ricollocarli in altre strutture sparse sul territorio nazionale, i minori si sono spesso allontanati prima di raggiungere la nuova sistemazione o subito dopo l’arrivo, per poi ricomparire dopo qualche tempo a Ravenna.

Un’escalation di reati: furti, rapine, aggressioni e tentato omicidio

L’attività investigativa ha preso corpo a seguito delle numerose denunce che hanno visto coinvolto il gruppo dei MSNA. Gli episodi contestati sono stati oggetto di interventi da parte di tutte le forze di polizia impegnate nel controllo del territorio. La reiterazione dei nominativi dei minorenni denunciati e le modalità d’azione hanno permesso agli investigatori di delineare un modus operandi comune, caratterizzato da reati predatori e violenti.

Tra gli episodi di maggiore allarme sociale, spiccano una serie di furti e rapine avvenuti in una sola sera sul litorale, un tentato omicidio nel tardo pomeriggio di fine maggio nei pressi della stazione ferroviaria, dove un viaggiatore è stato aggredito con colpi di machete e ferito al capo, e diverse aggressioni con spray al peperoncino. In un’occasione, alcuni membri del gruppo sono stati deferiti per porto di oggetti atti ad offendere, poiché si aggiravano in stazione armati di machete e coltelli di grandi dimensioni.

Le vittime: giovani coetanei, operatori e forze dell’ordine

Stando alle informazioni pubblicate sul sito della Polizia di Stato, le condotte penalmente rilevanti hanno avuto come vittime, nella maggior parte dei casi, giovani coetanei, ma anche operatori delle strutture di accoglienza e, in alcuni casi, le stesse forze dell’ordine. Due degli indagati erano già stati arrestati nei mesi scorsi per resistenza a pubblico ufficiale.

Un quadro accusatorio pesante: 34 capi di imputazione e reati gravi

La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna contesta agli indagati trentaquattro capi di imputazione, tra cui lesioni aggravate, tentato omicidio, minacce, resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi e strumenti atti ad offendere, furti, rapine, ricettazione, detenzione di sostanza stupefacente ai fini della cessione e associazione per delinquere. I reati sono stati commessi prevalentemente in corrispondenza della stazione ferroviaria, nelle aree limitrofe, a bordo treno e sul litorale.

Il modus operandi: azioni di gruppo e uso di armi

Gli elementi raccolti dagli investigatori hanno permesso di delineare un agire di gruppo, caratterizzato da una volontà predatoria generalizzata, finalizzata alla commissione di furti e rapine. L’associazione ha inoltre affiancato reati contro la persona per affermare il proprio predominio sul territorio, in particolare nella zona della stazione e nelle aree limitrofe, ricorrendo all’uso di armi da taglio e oggetti contundenti.

Un gruppo coeso e pericoloso: nazionalità, difficoltà di integrazione e precedenti

Il sodalizio criminoso è stato rafforzato dalla comune nazionalità tunisina dei membri, da esperienze di vita difficili, da una marcata difficoltà di integrazione e da una propensione al conflitto con l’autorità. Tutti i minorenni coinvolti risultano avere diversi precedenti di polizia e sono già destinatari di misure di prevenzione emesse dal Questore, elementi che delineano un elevato livello di pericolosità sociale. Tra i soggetti sottoposti a misura cautelare figura anche l’autore della recente aggressione con coltello avvenuta il 15 luglio in Piazza Duomo.

L’operazione: un intervento coordinato su scala nazionale

Le misure cautelari sono state eseguite su tutto il territorio nazionale: oltre che a Ravenna, la Squadra Mobile ha operato anche nelle province di Parma, L’Aquila, Pescara e Caserta, città dove i diversi MSNA erano stati recentemente ricollocati. All’operazione hanno partecipato il Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, le unità cinofile della Polizia di Stato di Ancona e la Polizia Locale della Bassa Romagna, che ha collaborato per uno degli indagati. Gli arrestati sono stati condotti presso gli Istituti Penitenziari individuati.

Le prossime fasi: indagini preliminari e interrogatori di garanzia

Terminati gli atti di rito, gli indagati sono stati trasferiti negli istituti penitenziari. Il procedimento proseguirà con l’accertamento delle responsabilità nelle successive fasi delle indagini preliminari, durante le quali gli interessati potranno presentare elementi difensivi al Giudice già nei prossimi interrogatori di garanzia.

Il video dell’operazione

Per approfondire, è possibile visionare il video ufficiale dell’operazione pubblicato dalla Polizia di Stato a questo link.

Le città coinvolte: un fenomeno che va oltre Ravenna

L’operazione ha visto il coinvolgimento di diverse province italiane, a testimonianza di un fenomeno che non riguarda solo Ravenna, ma si estende anche a Parma, L’Aquila, Pescara e Caserta. La collaborazione tra le diverse forze di polizia e le autorità giudiziarie ha permesso di smantellare un gruppo criminale che aveva messo in allarme la comunità locale e nazionale.

Polizia

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.

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