Salvini vuole equiparare le pene dei minorenni ai maggiorenni per gli stessi reati: quanti sono stati nel 2024

Matteo Salvini vuole equiparare i reati commessi dai minorenni a quelli dei maggiorenni, e quindi le pene: la proposta del leader della Lega

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Matteo Salvini spiazza tutti lancia una proposta: equiparare le pene dei minorenni (dai 14 in su) a quelle dei maggiorenni per gli stessi reati. Secondo lui, infatti, “i 15enni, i 16enni e i 17enni di oggi non sono quelli dei miei tempi”, ma sono “più maturi“. Il ministro dei Trasporti ha citato dei numeri, che però non trovano riscontro nei dati del Ministero della Giustizia relativi al 2024: la sorpresa è che la stima del leader della Lega è notevolmente più bassa rispetto alle cifre reali.

La proposta della Lega di Salvini

Giovedì 31 luglio, Matteo Salvini – parlando in conferenza stampa al Senato in cui ha annunciato la candidatura alle elezioni Regionali in Campania di Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo (giovane musicista assassinato a Napoli nel 2023) – ha illustrato tre proposte di legge per:

  • “fermare l’istigazione a delinquere a danno dei minori”
  • “l’oscuramento dei profili social dei criminali”
  • “l’istituzione del garante delle vittime della criminalità”

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Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dei Trasporti

Le parole del ministro sui minorenni e i reati

Matteo Salvini ha dichiarato che “i 15, 16, 17 anni di oggi non sono quelli dei miei tempi, quando non c’erano i telefonini, non c’erano social ma le cabine telefoniche a gettoni e il ghiacciolo e la parola valeva il sorriso, il pallone… Negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta non giravi col coltello, giravi con il coltello per pulire la radice dei funghi. Un sedicenne di oggi è molto più maturo, ha molti più strumenti, rispetto al 16enne degli anni Settanta, però onori e oneri: se sbagli paghi, come pagano tutti gli altri”.

I numeri di Salvini e le differenze con quelle del Ministero della Giustizia

Nel motivare la prima proposta, relativa ai minori, il leader della Lega ha dichiarato che “sono 44 mila i reati commessi dai minori in un anno. Equiparare l’episodio delittuoso del minore a quello del maggiorenne ormai è doveroso”.

Non è chiaro a quale annata si riferisca Matteo Salvini, ma di sicuro i suoi numeri sono in difetto rispetto a quelli del 2024, forniti dal Ministero della Giustizia, secondo cui i reati sono stati oltre 65 mila, così divisi:

  • reati contro il patrimonio (tra cui furto e rapina): 24.820
  • reati contro la persona (tra cui omicidi e violenze sessuali): 20.208
  • reati contro la famiglia, la moralità pubblica, il buon costume (tra cui maltrattamenti in famiglia): 898
  • reati contro l’incolumità pubblica (tra cui stupefacenti): 6.350
  • reati contro la fede pubblica (tra cui falsità in atti): 1.222
  • reati contro l’economia pubblica, l’industria e il commercio: 3
  • reati contro Stato, altre istituzioni, ordine pubblico (tra cui resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale): 5.183
  • altri delitti (tra cui armi): 1.012
  • contravvenzioni: 5.060
  • sanzioni amministrative: 524

Di questi 65.280 reati (attenzione: più individui possono aver commesso più reati):

  • 45.447 sono stati commessi da minorenni italiani
  • 19.833 sono stati commessi da minorenni stranieri

Quali sono le differenze tra minorenni e maggiorenni davanti alla legge

I minorenni, in Italia, possono finire in carcere se commettono un reato, a patto che abbiano compiuto 14 anni, età in cui la legge stabilisce che l’individuo è “capace di intendere e di volere”.

Per chi non ha compiuto i 14 anni, il giudice – al massimo – può infliggergli:

  • libertà vigilata
  • periodo di tempo da trascorrere in comunità minorile

Nel caso del reato più grave di tutti, ossia l’omicidio, nonostante eventuali aggravanti, dai 14 anni ai 17 anni non è previsto l’ergastolo, perché questa pena è incompatibile con lo scopo rieducativo previsto per le sanzioni ai minorenni.

Nel 2018, il Tribunale dei minori di Napoli ha condannato un 17enne a 18 anni di reclusione per un duplice omicidio.

In caso di omicidio commesso da un minore sotto i 14 anni, il giudice opta per il collocamento in comunità per un tempo non inferiore a 3 anni.

Per quel che riguarda il processo a carico di un minore di almeno 14 anni, questo si svolge appunto nel Tribunale per i minorenni, con regole particolari rispetto all’ordinario:

  • se il minore è d’accordo, può accedere a un percorso di risocializzazione (la messa alla prova) che gli permette di estinguere il reato
  • il minorenne può anche ottenere il perdono giudiziale, così da evitare la condanna
  • non si applica il patteggiamento né il decreto penale di condanna: la vittima del reato non può nemmeno costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento dei danni (se vorrà, dovrà intraprendere un autonomo giudizio civile)

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