Concerto di Alexander Romanovsky annullato a Bologna, dopo Gergiev problemi per un altro musicista filorusso
Il concerto di Alexander Romanovsky, pianista ucraino filorusso, non si farà. L'artista era atteso a Bologna, ma aveva scatenato polemiche
Niente concerto di Alexander Romanovsky a Bologna. L’annuncio dell’evento ha scatenato le polemiche del Partito liberaldemocratico guidato da Luigi Marattin e di Azione, che hanno protestato contro l’esibizione dell’artista legato al “fascismo putiniano” e ricordato per essersi esibito “sulle macerie del teatro di Mariupol”. Il Comune ha fatto dietrofront e ha sostituito il concerto “con quello di un’altra artista e sarà annunciato a breve”. Recentemente le stesse polemiche si erano palesate per lo spettacolo del direttore d’orchestra Valery Gergiev.
- Salta il concerto di Alexander Romanosvky a Bologna
- Le polemiche di Marattin e Calenda
- Il caso Valery Gergiev a Caserta
Salta il concerto di Alexander Romanosvky a Bologna
Il concerto di Alexander Romanovsky atteso per il 5 agosto presso il museo Cubo del gruppo Unipol, dal titolo Favorite Chopin, alla fine, non si farà. Ad annunciare l’annullamento dell’evento – come scrive il Corriere della Sera – è stato lo stesso Comune di Bologna.
Il concerto verrà sostituito “con quello di un’altra artista e sarà annunciato a breve”. A portare al cambio di rotta sono state le polemiche arrivate dal Partito liberaldemocratico e da Azione.
Il segretario del Partito liberaldemocratico, Luigi Marattin, aveva inviato una lettera al sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Lo rispedisca a casa sua o ci restituisca la dignità di bolognesi”.
Nella sua missiva Marattin ha ricordato che Romanovsky ha “suonato sulle macerie del teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi, simbolo della ferocia dei fascio-putiniani“.
Le polemiche di Marattin e Calenda
Nello specifico, Marattin ha scritto che “Bologna è una città dalle solidissime tradizioni democratiche e antifasciste” e per questo è “inaccettabile” che l’amministrazione accolga l’esibizione di un artista vicino al “fascismo putiniano consentendo a uno dei suoi propagandisti di toccare il nostro suolo”.
Calenda, quindi, ha sottolineato che l’intento non è “censurare la cultura” bensì ricordare che si tratta di persone che “si sono anche arricchite per propagandare le idee di un dittatore che sta ogni notte bombardando civili ucraini”.
Il caso Valery Gergiev a Caserta
Come anticipato, la decisione di annullare il concerto di Alexander Romanovsky a Bologna è arrivata poche ore dopo la stessa decisione presa a Caserta per lo spettacolo del direttore d’orchestra Alexander Gergiev.
Gergiev era atteso per il 27 luglio alla Reggia di Caserta, ma la direzione ha deciso di cancellare l’evento. La scelta è stata supportata dal Ministro Alessandro Giuli, che ha lodato l’iniziativa collocandola in una “logica di buon senso e di tensione morale volta alla protezione dei valori del mondo libero”.