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Crik Crok di Pomezia a rischio chiusura, la proprietà ha presentato un concordato: 96 lavoratori in bilico

La storica fabbrica di patatine Crik Crok di Pomezia è in grave crisi, i sindacati denunciano il mancato pagamento della cassa integrazione

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Antonio Cardarelli

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione alla Sapienza e master in Giornalismo Digitale alla Pul di Roma, è giornalista professionista dal 2007. Ha lavorato come redattore in diversi quotidiani locali e, successivamente, ha ricoperto lo stesso ruolo per siti di informazione nazionali, per i quali ha anche seguito i canali social.

La Crik Crok di Pomezia rischia di chiudere. La crisi della storica fabbrica di patatine e snack salati sembra essere giunta a un punto critico. Sono 96 i lavoratori che rischiano di perdere il posto, come denunciano i sindacati. La proprietà ha presentato un piano di concordato preventivo per evitare il fallimento.

La crisi della Crik Crok di Pomezia

Nonostante il lancio di numerosi prodotti innovativi, alcuni di grande successo come le patatine all’aceto balsamico, la Crik Crok di Pomezia non è riuscita a uscire da una crisi cominciata almeno una decina di anni fa.

Fino a pochi anni fa l’azienda contava 156 dipendenti ed era presente in 25 mercati stranieri. Ma ora la proprietà è stata costretta a presentare un piano per rientrare dei debiti ed evitare la chiusura definitiva.

I sindacati: 96 famiglie senza reddito

A denunciare il rischio di chiusura della Crik Crok di Pomezia sono stati i sindacati Fai Cisl, Flai Cgil e Uila UilL in una nota congiunta, nella quale chiedono “un cambio di passo” per “difendere la dignità di tutte le persone coinvolte”.

Come spiegano i sindacati nella nota, attualmente la produzione è ridotta la minimo e le giornate lavorative sono sempre più rare. Come se non bastasse, la cassa integrazione straordinaria non è stata ancora pagata e “in assenza di reddito molte famiglie sono allo stremo”. Nonostante l’impegno dei lavoratori, denunciano ancora i sindacati che seguono la vertenza Crik Crok, l’incertezza è aumentata e “ora arriva un nuovo concordato preventivo che getta ulteriori ombre sul futuro”.

Secondo i sindacati, infatti, il rischio non è solo la perdita dei posti di lavoro, ma la sopravvivenza stessa “di una realtà produttiva con valore industriale e sociale per il territorio”.

Crik Crok: dal successo alla crisi odierna

Fondata nel 1949 da Carlo Finestauri, Crik Crok negli anni è diventato un marchio iconico del settore degli snack in Italia. La sede storica si trova sulla Pontina, a Pomezia, ed è visibile anche dalla stazione sulla linea ferroviaria Roma-Napoli.

Nel 2019, dopo un lungo iter, Crik Crok è passata nelle mani della famiglia Ossani e nel 2023 c’è stato l’ingresso del gruppo imprenditoria Ligea. Il nuovo piano industriale, sostenuto anche dal governo con la visita del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, non ha portato i risultati sperati.

Secondo le indiscrezioni, un importante gruppo imprenditoriale sarebbe interessato a rilevare il sito produttivo alle porte di Roma, ma finora non ci sono state conferme.

ANSA

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