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Irrompono nella Leonardo SpA a Sesto Calende, 5 attivisti pro Palestina nei guai

Cinque attivisti pro Palestina indagati per manifestazione non autorizzata e imbrattamento alla Leonardo di Sesto Calende.

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Virgilio Notizie

REDAZIONE

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Cinque attivisti indagati e diversi provvedimenti amministrativi: sono le misure adottate dopo una manifestazione non autorizzata a sostegno della causa palestinese che si è svolta la mattina del 23 luglio presso la sede della ditta Leonardo SpA. L’episodio è stato registrato a Sesto Calende, dove i manifestanti sono stati identificati e deferiti per diversi reati, tra cui invasione di edifici, deturpamento e imbrattamento, accensioni ed esplosioni pericolose e violenza privata. L’intervento delle forze dell’ordine è stato richiesto dal personale di vigilanza privata, che ha segnalato l’irruzione degli attivisti all’interno dell’azienda.

La fonte della notizia

Stando alle informazioni pubblicate sul sito della Polizia di Stato, la mattina del 23 luglio un gruppo di cinque attivisti pro Palestina, composto da quattro italiani e un irlandese, ha fatto irruzione nella sede della Leonardo SpA a Sesto Calende. L’azione, non autorizzata, è stata organizzata per manifestare solidarietà alla causa palestinese e ha visto i partecipanti mettere in atto una serie di gesti eclatanti per attirare l’attenzione pubblica.

La dinamica della manifestazione

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, i manifestanti si sono introdotti all’interno dell’azienda, superando i sistemi di sicurezza. Due di loro hanno raggiunto il tetto dell’edificio, dove hanno utilizzato della vernice rossa per imbrattare l’insegna della ditta e hanno esposto striscioni e bandiere a sostegno della Palestina. Altri due attivisti si sono incatenati al cancello d’ingresso, impedendo fisicamente l’accesso all’azienda e ostacolando così il normale svolgimento delle attività lavorative. Il quinto manifestante ha acceso e agitato un fumogeno, compiendo un’azione che è stata qualificata come accensione ed esplosione pericolosa.

L’intervento delle forze dell’ordine

Il personale della vigilanza privata, accortosi della presenza degli attivisti e delle azioni in corso, ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti gli agenti della DIGOS di Varese, supportati dai militari dell’Arma dei Carabinieri e dagli agenti della Polizia Locale. I cinque soggetti sono stati identificati e accompagnati presso la Questura di Varese per ulteriori accertamenti e per l’adozione dei provvedimenti previsti dalla legge.

I reati contestati e i provvedimenti adottati

Ai manifestanti sono stati contestati diversi reati: invasione di edifici, deturpamento e imbrattamento, accensioni ed esplosioni pericolose e violenza privata. Oltre al deferimento all’Autorità Giudiziaria competente, il sindaco di Sesto Calende ha emesso un ordine di allontanamento nei confronti dei cinque attivisti. Inoltre, sulla base degli elementi raccolti dalla DIGOS e delle risultanze dell’attività istruttoria svolta dalla Divisione Anticrimine, sono stati valutati anche i precedenti penali e la pericolosità sociale dei soggetti coinvolti.

Misure amministrative: Foglio di Via e divieto di ritorno

Il Vicario del Questore, dottoressa Elisabetta Silvetti, ha firmato nei confronti di quattro dei cinque attivisti il provvedimento di Foglio di Via Obbligatorio. In particolare, due di questi hanno ricevuto il divieto di ritorno nel comune di Sesto Calende per tre anni, mentre per gli altri il divieto avrà durata di due anni. Tali misure sono state adottate per prevenire il ripetersi di episodi simili e per tutelare la sicurezza pubblica e l’ordine all’interno del territorio comunale.

Le reazioni e le motivazioni della protesta

L’azione degli attivisti si inserisce in un più ampio contesto di mobilitazione internazionale a favore della causa palestinese. La scelta di colpire la sede della Leonardo SpA, azienda leader nel settore della difesa e dell’aerospazio, è stata motivata dalla volontà di denunciare presunti legami tra la produzione industriale italiana e i conflitti in Medio Oriente. Gli attivisti hanno voluto attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su queste tematiche, utilizzando modalità di protesta che hanno però comportato la violazione della legge e la commissione di diversi reati.

Il ruolo delle forze dell’ordine e le indagini in corso

Le forze dell’ordine hanno agito con tempestività, riuscendo a riportare la situazione sotto controllo senza che si verificassero ulteriori danni o incidenti. L’identificazione dei responsabili e la raccolta degli elementi probatori sono stati resi possibili grazie alla collaborazione tra la DIGOS, i Carabinieri e la Polizia Locale. Le indagini proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e per verificare se vi siano stati altri soggetti coinvolti nella pianificazione o nell’esecuzione della manifestazione.

Precedenti e valutazione della pericolosità

Durante l’attività istruttoria, la Divisione Anticrimine ha esaminato i precedenti penali dei cinque attivisti e ha valutato la loro pericolosità sociale. Questi elementi hanno contribuito all’adozione delle misure amministrative più restrittive, come il Foglio di Via Obbligatorio e il divieto di ritorno nel comune di Sesto Calende. Le autorità hanno sottolineato l’importanza di prevenire il ripetersi di episodi simili e di garantire la sicurezza dei cittadini e delle aziende presenti sul territorio.

Conclusioni

L’episodio di Sesto Calende rappresenta un esempio di come le manifestazioni di protesta possano sfociare nella commissione di reati quando vengono superati i limiti imposti dalla legge. Le forze dell’ordine hanno risposto con prontezza, assicurando i responsabili alla giustizia e adottando le misure necessarie per tutelare l’ordine pubblico. Resta alta l’attenzione delle autorità nei confronti di eventuali nuove iniziative di protesta che possano mettere a rischio la sicurezza e la legalità.

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.

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