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CRONACA NERA

Femminicidio Martina Carbonaro, papà di Alessio Tucci chiede scusa: "Fossi in loro non accetterei il perdono"

Dopo l’omicidio di Martina Carbonaro, il padre di Alessio Tucci rompe il silenzio: “Chiedo perdono, ma non abbandono mio figlio”

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

Il femminicidio di Martina Carbonaro ha sconvolto Afragola. Dopo giorni di silenzio, il padre di Alessio Tucci, il 19enne accusato del delitto e reo confesso, ha parlato pubblicamente. Domenico Tucci si è detto distrutto e ha chiesto scusa alla famiglia della ragazza: "Fossi in loro, non accetterei il perdono. Ma non posso abbandonare mio figlio".

"Non lo abbandono": le parole del padre di Alessio Tucci

"Chiedo scusa a nome della mia famiglia, siamo distrutti. Non mi sarei mai aspettato che mio figlio potesse fare una cosa del genere".

Così Domenico Tucci, padre di Alessio, rompe il silenzio parlando a TgCom dopo l’omicidio di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa a colpi di pietra ad Afragola.

La madre di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall’ex fidanzato ad Afragola

Il dolore della famiglia si intreccia con lo sconcerto. "Fino ad oggi – ha detto – queste cose le vedevamo solo in tv".

Tucci, pur affermando che il figlio dovrà "pagare per ciò che ha fatto", sottolinea che non intende abbandonarlo: "Avrà sempre la famiglia dietro".

Martina Carbonaro, il ricordo e le accuse

La figura di Martina Carbonaro emerge dai racconti delle compagne di scuola, che hanno descritto un rapporto sbilanciato con l’ex fidanzato.

"Non poteva guardare gli altri – hanno detto – perché lui era molto geloso". Secondo la madre della vittima, Alessio Tucci le aveva alzato le mani in passato.

Il padre di Alessio, tuttavia, esclude una dinamica ossessiva: "Mio figlio era innamorato, non era violento né possessivo". Parole che cozzano con le testimonianze raccolte, ma che rivelano la distanza tra ciò che spesso si mostra in famiglia e ciò che si consuma nel silenzio delle relazioni tossiche.

Perdono e dolore: due famiglie spezzate

"Martina era una brava ragazza, semplice, educata. Ha mangiato a casa nostra, abbiamo riso insieme. Mai avrei pensato che potesse finire così", dice ancora Domenico Tucci, che ricorda anche l’atteggiamento del figlio durante i giorni della scomparsa: freddo, quasi distaccato.

"Gli chiedevo se sapeva qualcosa, mi diceva sempre di no. Non sospettavo nulla". Eppure, in quella normalità apparente, si celava il dramma. Il perdono, oggi, appare lontanissimo. "Capisco che la famiglia non voglia sentire le nostre scuse", ha ammesso.

ANSA

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