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Rai commissaria Report e limita Sigfrido Ranucci, l'attacco del giornalista e la replica dell'azienda

La Rai toglie a Sigfrido Ranucci la firma su contratti e gestione di Report. Il giornalista denuncia, l’azienda replica: “Solo un adeguamento interno"

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

Sigfrido Ranucci, con un post pubblicato sui suoi profili social martedì 29 luglio, ha annunciato l’ennesimo strappo con la Rai: “Hanno deciso di togliermi la firma”. Dopo oltre dieci anni, il giornalista non avrà più la responsabilità diretta su contratti, trasferte, presenze e questioni amministrative legate a Report, trasmissione d’inchiesta di cui è autore e volto storico.

Rai commissaria Report e limita Sigfrido Ranucci

Un ridimensionamento interno, quello operato dalla tv pubblica, che lo stesso Ranucci ha raccontato con amarezza, ringraziando però il nuovo responsabile della struttura, Luigi Pompili, definito “un collega in gamba e appassionato di Report”.

Nel messaggio non manca il ringraziamento alla sua squadra, per aver garantito “qualità e virtuosismo nel rispetto del denaro pubblico”, e a Paola Bisogni, storica figura del programma.

“Dal punto di vista editoriale continueremo a fare il nostro lavoro con coraggio, indipendenza e competenza”, promette Ranucci.

Cosa cambia a Report

Ma cosa significa davvero “perdere la firma”? Vuol dire che il giornalista non potrà più approvare personalmente le spese o le assegnazioni interne, attività che – come in tutte le redazioni giornalistiche strutturate – incidono sulla linea editoriale e sulla gestione quotidiana della produzione.

La Rai, da parte sua, parla di un semplice “allineamento alla normativa aziendale” che riguarda la “segregazione delle responsabilità amministrative”.

Sigfrido Ranucci nello studio di Report

Nessun attacco alla libertà editoriale del programma, che, assicurano da Viale Mazzini, “resta pienamente autonoma”.

Lo scontro tra Ranucci e la Rai continua

La perdita della firma è solo l’ultimo capitolo di una frizione che dura da mesi. Prima i tagli alle puntate (quattro in meno nella prossima stagione), poi la mancata presenza di Ranucci alla presentazione dei palinsesti a Napoli.

Infine, il presunto provvedimento disciplinare dopo la sua partecipazione a Otto e mezzo su La7, smentito dalla Rai ma confermato dal giornalista, che parlò di “una nota interna dai toni duri”.

Nel cuore del servizio pubblico, uno dei programmi più identificativi e seguiti si ritrova in mezzo a un’onda lunga di tensioni che mescola questioni editoriali e politiche, oltre che amministrative.

Il segnale, comunque, è chiaro: a pochi mesi dall’avvio della nuova stagione televisiva, Report dovrà muoversi su un terreno più rigido. E Ranucci lo sa bene.

IPA

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