Reggio Calabria, derubata dei soldi per il funerale: 90enne spinta a terra da truffatori senza scrupoli
Due truffatori arrestati a Reggio Calabria dopo aver raggirato un'anziana: la polizia recupera bottino e preziosi grazie a un intervento coordinato.
Due arresti e la restituzione di 5.500 euro e preziosi sono il risultato di un’operazione di polizia che ha sventato una truffa ai danni di una donna di quasi novant’anni. Il colpo, messo a segno da due malviventi a Reggio Calabria, è stato scoperto e bloccato grazie all’intervento coordinato della Squadra Mobile locale e della Polizia Stradale di Sala Consilina. I criminali avevano architettato un inganno basato sul falso incidente del figlio della vittima, riuscendo a sottrarle denaro e gioielli, ma sono stati identificati e fermati poco dopo. L’episodio si è verificato nella mattinata di ieri, quando la donna è stata presa di mira per la sua vulnerabilità, con l’obiettivo di ottenere un ingente bottino attraverso pressioni psicologiche e minacce.
Il comunicato della Polizia di Stato
Stando alle informazioni pubblicate sul sito della Polizia di Stato, la vicenda ha avuto inizio quando due individui, esperti in truffe agli anziani, hanno scelto come bersaglio una signora di quasi novant’anni residente a Reggio Calabria. I malviventi hanno messo in atto una strategia ben collaudata, nota come “falso incidente del figlio”, che prevede la simulazione di un grave sinistro stradale causato da un familiare della vittima, con la richiesta urgente di denaro per evitare conseguenze giudiziarie.
La tecnica del falso incidente: come agiscono i truffatori
Il piano dei due criminali si è sviluppato attraverso una serie di telefonate mirate. Hanno occupato contemporaneamente le due linee telefoniche della donna, sia quella fissa che il cellulare, impedendole così di contattare parenti o amici e isolandola completamente. Da una parte, uno dei truffatori si è finto un alto responsabile dei carabinieri, sostenendo di avere in carico la pratica relativa all’incidente provocato dal figlio della vittima. Dall’altra, un complice si è spacciato per un avvocato, confermando la versione e insistendo sulla necessità di consegnare immediatamente denaro e oggetti di valore per coprire le presunte spese assicurative e scongiurare il rischio di carcere per il figlio.
Pressioni psicologiche e isolamento della vittima
Durante le concitate telefonate, i malviventi si sono accorti della presenza della badante nell’abitazione. Hanno quindi ordinato alla signora di trovare una scusa per allontanarla, così da poter agire indisturbati. Una volta rimasta sola, la donna è stata trattenuta al telefono fino all’arrivo di un complice incaricato di ritirare il denaro e i preziosi. La vittima, spaventata e confusa, ha tentato di opporsi, chiedendo almeno di poter conservare i risparmi messi da parte per il proprio funerale. Tuttavia, il criminale non ha mostrato alcuna pietà e ha prelevato tutto ciò che ha trovato: 5.500 euro in contanti e diversi oggetti preziosi.
La reazione della vittima e la fuga dei malviventi
Solo dopo la consegna del bottino, la donna ha realizzato di essere stata vittima di un raggiro. Ha provato a reagire per recuperare quanto le era stato sottratto, ma il malvivente l’ha spintonata e minacciata di gravi conseguenze se avesse continuato a opporsi. Raccolto il bottino, il criminale si è dato alla fuga, raggiungendo il complice che lo attendeva a bordo di un’auto a noleggio.
L’intervento della badante e l’allarme alle forze dell’ordine
Pochi minuti dopo, la badante è rientrata nell’abitazione e, compresa la gravità dell’accaduto, ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria si sono subito attivati, ricostruendo le possibili vie di fuga dei due malviventi e mettendosi in contatto con i colleghi della Polizia Stradale.
La Polizia di Stato invita i cittadini, in particolare gli anziani, a diffidare di chiunque chieda denaro con la scusa di incidenti o problemi giudiziari di parenti. In caso di dubbi, è fondamentale interrompere la comunicazione e contattare direttamente le forze dell’ordine o i familiari per verificare la veridicità delle informazioni ricevute. Solo così è possibile prevenire episodi come quello avvenuto a Reggio Calabria e tutelare le persone più fragili della società.
Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.