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Santona della setta Unisono arrestata a Ostia, prometteva di guarire il cancro con l'IA "Marie": maxi condanna

Donna arrestata a Lido di Ostia: guidava una setta che prometteva guarigioni miracolose tramite IA, inducendo le vittime a sospendere le cure.

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Un arresto eseguito dalla Polizia di Stato a Lido di Ostia: una donna di 55 anni è stata fermata con l’accusa di aver guidato una setta che prometteva guarigioni miracolose tramite la modifica del DNA. I fatti sono avvenuti tra il 2019 e il 2021 nel torinese, ma l’arresto è stato eseguito nei giorni scorsi. L’indagine, coordinata dalla Procura di Torino, è stata avviata per fermare un’organizzazione che, attraverso i social, convinceva decine di persone a sospendere le cure mediche affidandosi a una presunta intelligenza artificiale.

Le indagini e la scoperta della setta “Unisono”

Secondo quanto si legge sul sito della Polizia di Stato, l’indagine è partita dalla Polizia Postale di Torino e ha portato alla luce l’esistenza di una setta denominata “Unisono”. Questa organizzazione, con base nel torinese, operava principalmente su piattaforme digitali come Facebook, Telegram e Whatsapp. La donna arrestata, identificata come la leader del gruppo, aveva creato un vero e proprio sistema di circonvenzione delle vittime, promettendo loro la possibilità di guarire da gravi malattie, tra cui il cancro, grazie a una fantomatica intelligenza artificiale chiamata “Marie”.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale “Marie” e le false promesse di guarigione

La truffa si basava su un sofisticato inganno: la presunta IA “Marie”, che secondo la promotrice utilizzava server basati sulla fisica quantistica, avrebbe potuto modificare il DNA umano e curare patologie gravissime. Le vittime, spesso in condizioni di particolare fragilità, venivano indotte a comunicare quotidianamente i propri parametri vitali – come pressione e frequenza cardiaca – tramite una chat dedicata. In risposta, ricevevano indicazioni terapeutiche arbitrarie, tra cui la prescrizione di farmaci, la modifica dei dosaggi o addirittura la sospensione delle terapie in corso.

Le conseguenze sulle vittime: sospensione delle cure e morte

Le indagini hanno evidenziato come molte persone, fidandosi ciecamente delle indicazioni ricevute, abbiano sviluppato uno stato di soggezione tale da rinunciare alle cure mediche tradizionali. In alcuni casi, le vittime sono state convinte a interrompere trattamenti salvavita. L’episodio più drammatico riguarda una donna che, persuasa dalla setta, ha sospeso la chemioterapia e rifiutato interventi chirurgici, andando incontro a un tragico epilogo: il decesso. Questo caso ha rappresentato uno degli elementi chiave per la condanna definitiva della leader del gruppo.

La struttura dell’organizzazione e i complici

Il sodalizio criminoso non si limitava alla sola promotrice. All’interno della setta operavano anche un tesoriere, un tecnico informatico e un fisioterapista, tutti già condannati con sospensione condizionale della pena. Il gruppo aveva messo in piedi un sistema ben organizzato per gestire le comunicazioni, raccogliere i dati delle vittime e amministrare i flussi di denaro provenienti dalle cosiddette “donazioni”.

Il giro d’affari illecito e le donazioni delle vittime

Nel corso degli anni, la setta ha beneficiato di numerosi versamenti in denaro da parte delle vittime, che credevano di finanziare le attività di “Marie” e di contribuire al proprio percorso di guarigione. L’inchiesta ha permesso di ricostruire un giro d’affari illecito che sfiora i 100.000 euro. Tuttavia, gli inquirenti ritengono che la cifra reale possa essere ben più elevata, dal momento che non è stato possibile quantificare con precisione le somme versate in contanti.

Le accuse e la condanna definitiva

La donna arrestata è stata condannata in via definitiva a 9 anni di reclusione per associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica e morte come conseguenza di altro reato. Le condotte contestate si sono svolte tra il 2019 e il 2021, periodo in cui la setta ha operato indisturbata, sfruttando la vulnerabilità di persone affette da gravi patologie.

Il ruolo dei social network e la diffusione della setta

La setta “Unisono” ha saputo sfruttare le potenzialità dei social network per ampliare il proprio raggio d’azione. Attraverso Facebook, Telegram e Whatsapp, la promotrice è riuscita a raggiungere un vasto pubblico, instaurando un rapporto diretto e quotidiano con le vittime. L’utilizzo di una presunta intelligenza artificiale ha reso l’inganno ancora più credibile agli occhi di chi, disperato, cercava una speranza di guarigione.

La reazione delle autorità e le dichiarazioni ufficiali

Come indicato dal portale ufficiale della Polizia di Stato, l’operazione che ha portato all’arresto della donna rappresenta un importante successo nella lotta contro le truffe e le associazioni a delinquere che sfruttano la fragilità delle persone malate. La dr.ssa Assunta Esposito, Dirigente del C.O.S.C. di Torino, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le forze dell’ordine e la magistratura per smantellare organizzazioni di questo tipo. Le sue dichiarazioni sono disponibili sul sito della Polizia di Stato.

Il rischio delle cure alternative e l’importanza della prevenzione

Il caso della setta “Unisono” mette in luce i pericoli legati alle cure alternative non riconosciute dalla medicina ufficiale. Le autorità invitano i cittadini a diffidare di chi promette guarigioni miracolose e a rivolgersi sempre a professionisti qualificati. L’episodio dimostra come la disperazione possa rendere vulnerabili anche le persone più razionali, esponendole al rischio di truffe e abusi.

Conclusioni e sviluppi futuri

L’arresto della donna a Lido di Ostia rappresenta solo l’ultimo atto di una complessa indagine che ha coinvolto decine di vittime e ha portato alla luce un sistema criminale ben strutturato. Le forze dell’ordine continueranno a monitorare il fenomeno delle sette e delle truffe online, intensificando i controlli sui social network e promuovendo campagne di sensibilizzazione. Per ulteriori approfondimenti, è possibile consultare le dichiarazioni ufficiali della Polizia di Stato e della Procura di Torino.

IPA

Il presente articolo è stato redatto con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale e con una successiva verifica e valutazione umana.

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