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CRONACA NERA

Alessandro Venier ucciso e fatto a pezzi a Gemona, la madre Lorena confessa: "So che è una cosa mostruosa"

Davanti al magistrato che la stava interrogando, Lorena, la madre di Alessandro Venier ucciso a Gemona, ha ammesso di aver commesso il delitto

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Stefania Bernardini

GIORNALISTA

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Si occupa soprattutto di cronaca, politica, economia e spettacolo.

“Sono stata io e so che ciò ho fatto è mostruoso“, sono le parole pronunciate da Lorena Venier, la madre di Alessandro ucciso a Gemona (Udine), di fronte al magistrato che la stava interrogando. La donna di 61 anni ha confermato l’omicidio e di aver fatto a pezzi il figlio di 35 anni.

L’interrogatorio di Lorena Venier

“La mia assistita ha reso piena confessione di fronte al sostituto procuratore che l’ha interrogata – ha confermato l’avvocato Giovanni De Nardo, che patrocina la difesa di Lorena Venier.

“Come si può immaginare – ha aggiunto il legale – era visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione e per la contrarietà a qualsiasi regola naturale del suo gesto”.

La scientifica davanti la casa di Alessandro Venier

L’interrogatorio in procura a Udine è terminato poco prima della mezzanotte del 31 luglio 2025. La donna ha parlato in modo lucido e chiaro dell’omicidio compiuto a Gemona.

Ha ucciso il figlio Alessandro, tagliato a pezzi e messo in un bidone dell’immondizia, assieme alla compagna di lui la colombiana Marilyn Castro Monsalvo, 30 anni, definita “la figlia che non ho mai avuto”

Chi è Lorena Venier

Lorena Venier è un’infermiera stimata a Gemona dove si è trasferita anni fa da Padova.

La donna ha avuto il figlio Alessandro dalla relazione con un uomo egiziano che non l’ha mai riconosciuto, per questo il 35enne portava il cognome della madre.

Da quanto emerge, sembra che Lorena e Marilyn vivessero una situazione difficile e complessa in casa con Alessandro che non lavorava e pare fosse violento e con problemi di alcol. Il delitto sarebbe stato conseguente a una lite perché l’uomo non voleva apparecchiare la tavola, motivo futile ma arrivato al culmine di una serie di comportamenti che avrebbero portato le due donne all’esasperazione.

A sostenere la famiglia sarebbe stata di fatto solo Lorena, caposala descritta dai colleghi come una professionista seria e sensibile con i pazienti e punto di riferimento anche della direzione.

Le indagini sull’omicidio di Alessandro Venier

Il 31 luglio 2025 le due donne sono crollate, hanno chiamato il numero unico delle emergenze e si sono autodenunciate per l’omicidio di Alessandro Venier.

Il delitto di Gemona (Udine), lo hanno accertato gli investigatori nel corso del lungo interrogatorio a Lorena, è avvenuto la notte di venerdì 25 luglio, “ma non è stato riferito di una particolare lite scatenante”. Lo ha precisato il legale udinese Giovanni De Nardo, che patrocina la difesa di Lorena Venier.

“La mia assistita – ha aggiunto – ha spiegato nel dettaglio la successione degli eventi, escludendo completamente il coinvolgimento di terzi oltre alle persone che abitavano nella casa assieme a lei”.

De Nardo, nel rispetto del segreto istruttorio, non ha fornito dettagli sul movente “che è stato completamente dettagliato“, né sulle modalità del delitto. L’udienza di convalida dell’arresto si terrà con ogni probabilità il 4 agosto.

Slitta l’interrogatorio a Marilyn Castro Monsalvo

L’interrogatorio del pm a Marilyn Castro Monsalvo, la donna di 30 anni, di origini colombiane, accusata dell’omicidio del compagno e convivente Alessandro Venier, è invece slittato.

“Mi sto recando al carcere del Coroneo di Trieste per conoscere la mia assistita – ha confermato, all’Ansa, l’avvocato della donna, Federica Tosel – Non ho alcun elemento relativo all’inchiesta. Mi è stata descritta come molto provata dal collega Francesco De Carlo, che l’ha già incontrata. La vicenda è delicatissima e serve la massima cautela, anche in ragione delle sue condizioni di salute e della presenza di una bimba di pochi mesi, la cui posizione va assolutamente tutelata”.

La 30enne è infatti madre di una bambina di 6 mesi che è stata portata via dai militari e che ha trascorso la notte in una struttura protetta stabilita dal comune di Gemona.

ANSA / Facebook Alessandro Venier

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