Omicidio a Gemona, Alessandro Venier fatto a pezzi da madre e compagna: la lite per apparecchiare la tavola

La madre e la compagna di Alessandro Venier si sono autoaccusate dell'omicidio dell'uomo a Gemona, indicando anche dove si trovava il corpo

Pubblicato: Aggiornato:

Il corpo di Alessandro Venier è stato trovato in un bidone in cantina nella casa di famiglia a Gemona. Ad autoaccusarsi dell’omicidio sono state la madre e la compagna dell’uomo. La vittima, 35 anni, è stata fatta a pezzi con un’ascia e ricoperta con della calce viva per nasconderne l’odore. Il delitto sarebbe avvenuto alcuni giorni fa, l’ultimo giorno in cui Venier è stato visto in giro è stato il 25 luglio.

L’omicidio di Alessandro Venier

Lorena Venier, 62 anni, madre di Alessandro, e Marylin Castro Monsalvo, 31enne colombiana che di recente avrebbe sofferto di depressione post partum e compagna dell’uomo, hanno chiamato il numero unico per l’emergenza autoaccusandosi di aver ucciso il 35enne.

Proprio loro due hanno indicato il bidone in cui erano stati messi i resti del corpo del 35enne. Il corpo era stato sezionato in tre parti e sistemato in un bidone coperto poi da uno strato di calce viva. La salma, una volta ricomposta, è stata affidata a un istituto legale per l’autopsia. Nella villetta in località Taboga, alla periferia di Gemona, proseguono gli accertamenti da parte dei reparti scientifici dell’Arma.

omicidio gemona alessandro venierANSA
La casa in cui Alessandro Venier è stato trovato morto

Alessandro e Marylin avevano avuto una figlia a gennaio 2025, i militari si sono subito interessati alla piccola che è stata data in affido a una struttura protetta.

Secondo una prima ricostruzione, non ci sarebbero stati segni premonitori della tragedia, nessuna lite familiare, nessun precedente tale da poter immaginare la volontà delle due donne di uccidere l’uomo.

Chi era Alessandro Venier

Per cercare di capire cosa sia successo, si sta indagando sulla vita della vittima e dei suoi familiari. La madre Lorena è una nota infermiera della zona, apprezzata caposala nel nosocomio della cittadina.

Alessandro era nato dalla relazione della donna con un uomo di origini egiziane che non aveva voluto riconoscerlo.

All’epoca Lorena viveva a Padova, poi si era trasferita a Gemona. Come riporta il Corriere della Sera, Alberto Guillan, un militare che vive con la sua famiglia nella villetta di fronte a quella in cui è avvenuto il delitto, descrive l’infermiera come “una donna affabile, con la quale avevamo rapporti di buon vicinato. A volte ci portava le uova. Non abbiamo mai sentito litigi, per questo è tutto inspiegabile”.

Eppure il militare che nell’abitazione di Lorena, che ospitava la famiglia del figlio, di tanto in tanto arrivavano i carabinieri. Il comandante della stazione di Gemona ha confermato che Alessandro aveva qualche piccolo precedente.

Amante del fitness e del trekking, non aveva un lavoro stabile ma occupazioni saltuarie. Pare però che Venier avesse anche dei problemi di alcol e droga e che fosse intenzionato ad andare in Colombia. Il 35enne era già stato in Sudamerica in passato e forse lì aveva conosciuto la compagna, un’operatrice socio-sanitaria al momento disoccupata.

Il presunto movente e gli interrogatori

A lasciare increduli, al momento, sarebbe l’ipotesi del movente. Tra le prime supposizioni sembra che il delitto sia nato da una lite scoppiata la sera del 25 luglio dopo il rifiuto del 35enne di apparecchiare la tavola. Un gesto che avrebbe rappresentato il culmine di un’esasperazione delle due donne, alimentata da tempo dall’ignavia e dalla vita inconcludente dell’uomo.

Gli inquirenti stanno cercando di capire se si possa escludere il coinvolgimento di altri attori nella vicenda. Intanto, già la sera del 31 luglio la madre della vittima è stata sottoposta a un primo interrogatorio. Una volta cristallizzata la sua testimonianza si procederà con l’interrogatorio a Marylin Castro Monsalvo.

Gli investigatori stanno cercando di ricostruire esattamente le modalità dell’omicidio e individuare la stanza dove l’uomo è stato ucciso. Nell’abitazione finora non sono state trovate evidenti tracce di sangue. La mamma e la compagna dell’uomo avrebbero ripulito attentamente il posto nei giorni seguenti l’omicidio, che si potrebbe collocare tra il 25 e il 30 luglio.

Omicidio Alessandro Venier Facebook Alessandro Venier / ANSA