Alessia Pifferi attaccata dalla sorella Viviana, parole di fuoco: "Diana morta di fame e sete, non la perdono"
La sorella di Alessia Pifferi, Viviana, ha escluso ogni possibilità di incontrare o perdonare la donna imputata per aver causato la morte della figlia
Viviana Pifferi ha attaccato duramente la sorella Alessia, sotto processo per aver abbandonato per sei giorni da sola in casa la figlia Diana di un anno e mezzo. Lo ha fatto a seguito dell’udienza di appello che ha stabilito le prossime tappe del procedimento, rifiutando qualsiasi possibilità di perdono o di incontro con l’imputata.
- L'udienza di appello di Alessia Pifferi
- L'ipotesi di perdono e le perizie psichiatriche
- I processi del caso Pifferi
L’udienza di appello di Alessia Pifferi
Viviana Pifferi ha risposto alle domande dei giornalisti dopo la conclusione dell’udienza del processo di appello della sorella Alessia, accusata dell’omicidio della figlia di 18 mesi. La donna ha esordito specificando:
Non è successo niente, ci sono due date: 24 settembre e 22 ottobre. Questa è stata l’udienza. Ricordatevi solo che tra poco è l’anniversario della morte di Diana, che è morta a causa di una persona che oggi è qui per farsi vedere.
Pifferi ha poi continuato: “Oggi non c’è niente da dire oltre alle date. Diana è nel nostro cuore, la tragedia è sempre con noi e ci sta rovinando la vita. Il nostro cuore è spezzato a metà per questa cosa”.
L’ipotesi di perdono e le perizie psichiatriche
Il processo ruota attorno alle perizie psichiatriche che dovranno chiarire se, al momento dell’abbandono della bambina, Alessia Pifferi fosse capace di intendere e di volere. Sulla questione, però, la sorella ha un’opinione netta:
Io l’ho sempre detto, secondo me Alessia è in grado di intendere e di volere, loro la pensino come vogliono. Se venisse dichiarata la sua incapacità di intendere e di volere non ci crederei.
Viviana Pifferi ha poi attaccato duramente la sorella: “Lei ci ha dato la colpa, e io dovrei trovare il perdono per lei? Inizi a provare lei un po’ di pena per sua figlia. Io non la vorrò mai incontrare e lei non ha mai chiesto di incontrare noi”.
I processi del caso Pifferi
Alessia Pifferi è accusata di aver abbandonato la figlia Diana, di 18 mesi, da sola nella casa in cui viveva a Ponte Lambro, quartiere di Milano, tra il 14 e il 20 luglio 2022. Lo avrebbe fatto per trasferirsi da un uomo che frequentava ai tempi e che abitava a Leffe, in provincia di Bergamo.
Il processo di primo grado ha stabilito che Pifferi sarebbe anche passata per Milano in questo periodo, senza però tornare a casa per controllare la bambina. La neonata era stata lasciata nel suo lettino con due biberon.
La perizia psichiatrica della difesa ha evidenziato un grave deficit cognitivo in Pifferi, sostenendo che non si fosse resa conto del passaggio dei giorni. Il perito della corte non ha invece riscontrato alcun motivo per mettere in dubbio le capacità di intendere e di volere della donna.
Il tribunale l’ha quindi condannata in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela con la vittima e dai futili motivi. Pifferi ha fatto ricorso in appello.