Simona Cinà morta in piscina a Palermo, la rivelazione della sorella sulle tracce di sangue
Roberta, la sorella di Simona Cinà, la ragazza morta in piscina in provincia di Palermo, parla delle tracce di sangue ritrovate nella villa
In una recente intervista Roberta, la sorella di Simona Cinà, la ragazza morta in piscina in provincia di Palermo, ha parlato delle misteriose tracce di sangue rilevate nella villa dove la giovane pallavolista è stata ritrovata senza vita. I misteriosi segni sul petto lasciano pensare a un tentativo di rianimazione prima di chiamare i soccorsi: "Non ci spieghiamo perché esiste tutto questo vuoto".
- Simona Cinà morta in piscina a Palermo: il mistero delle tracce di sangue
- Il mistero dei segni sul petto
- Il ricordo di Simona
Simona Cinà morta in piscina a Palermo: il mistero delle tracce di sangue
Durante il suo intervento a Morning News Roberta, la gemella di Simona Cinà, la pallavolista morta durante una festa in piscina in provincia di Palermo, ha espresso i propri dubbi su quanto accaduto alla sorella.
Oltre a esprimere i propri sospetti legati al fatto che, una volta giunta alla villa coi genitori, era "tutto troppo pulito", la ragazza ha anche rivelato un dettaglio su alcune tracce di sangue.
"Il sangue l’ho trovato io perché stavamo cercando lo zaino di mia sorella", ha raccontato Roberta, che aveva chiesto ad un amico di Simona dove si trovasse.
Durante la ricerca, la gemella della vittima avrebbe notato "una chiazza di sangue e un ragazzo seduto con le mani in testa". Le è stato spiegato che il giovane, nell’agitazione avrebbe dato un calcio all’indietro e si sarebbe fatto male a un piede.
Un dettaglio ambiguo, soprattutto dato il seguito del racconto della ragazza: "Non è venuto a dirci nulla questo ragazzo, conosceva Simona, non ha pianto, non è venuto da noi. Si il sangue, ma perché?".
Il mistero dei segni sul petto
Alla sorella gemella di Simona Cinà è stata anche chiesta un’opinione in merito ai segni sul petto rilevati sul corpo della pallavolista morta in piscina in provincia di Palermo.
"Ci hanno detto che due ragazzi, un infermiere e un medico che erano alla festa, hanno cercato di rianimarla, ma i soccorsi sono stati chiamati dopo", ha ricostruito Roberta Cinà.
"L’ambulanza è stata chiamata alle 4.10, noi l’abbiamo saputo alle 4.54. Noi non ci spieghiamo perché esiste tutto questo vuoto", si domanda la giovane.
Il ricordo di Simona
Dario Maltese ha infine chiesto a Roberta Cinà qualche dettaglio sul rapporto con la sorella Simona.
"Con mia sorella eravamo molto diverse, sia caratterialmente che esteticamente, litigavamo tanto. Però eravamo una la spalla dell’altra, ci guardavamo assieme a vicenda", ha rivelato la giovane.
"Non ci perdevamo mai di vista anche se facevamo cose diverse, eravamo sempre insieme".
La gemella della ragazza morta durante la festa in piscina a Palermo ha infine lanciato un appello a nome della famiglia: "Noi chiediamo soltanto la verità, chiediamo solo giustizia per Simona, che non si meritava una fine del genere a vent’anni (…). Mi auguro che i presenti alla festa dicano qualcosa, qualsiasi cosa".
