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Conclave al via il 7 maggio, Pietro Parolin e Luis Antonio Tagle tra i favoriti: quanto pesa la "politica"

L'analisi di Claire Giangravé sul Conclave che prende il via mercoledì 7 maggio, dalla "politica" ai favoriti (tra cui l'italiano Parolin)

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Angela Gennaro

GIORNALISTA

Giornalista, podcaster e videomaker, lavora per realtà editoriali nazionali. Fa parte di Lost in Europe dal 2019, su Virgilio Notizie si occupa di diversi temi di attualità e interviste, spaziando dagli Esteri all'Economia, con un'attenzione particolare ai temi di diritti e di genere.

Il Conclave per l’elezione del nuovo Papa, il successore di Francesco al soglio pontificio, inizia mercoledì 7 maggio. Lo ha stabilito la quinta congregazione generale dei cardinali, ufficialmente per favorire l’arrivo dei cardinali dai vari Paesi. Dei 135 porporati con diritto al voto, infatti, 108 sono stati nominati da Bergoglio, 22 da Benedetto XVI e 5 da Giovanni Paolo II. Il pontificato di Francesco ha ribaltato lo sguardo della Chiesa, allungandolo sulle periferie del mondo. E i cardinali di provenienza europea, per la prima volta, non hanno la maggioranza assoluta. Per questo i favoriti di punta sarebbero l’italiano Pietro Parolin e il filippino Luis Antonio Tagle. L’analisi e la previsione di Claire Giangravé, corrispondente vaticana di Religion News Service, ai microfoni di Virgilio Notizie.

Quando inizia il Conclave

A ufficializzare la data di inizio del Conclave, mercoledì 7 maggio, è stato il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni.

Quella mattina i cardinali parteciperanno alla messa Pro eligendo Pontefice, dopo pranzo faranno il loro ingresso nella cappella Sistina (chiusa al pubblico a partire da lunedì 28 aprile) e scatterà l’extra omnes: il Conclave entrerà nel vivo.

La prima votazione, con la sua attesa fumata, sarà nel pomeriggio.

Bruni inizialmente aveva spiegato che non risultano assenze di cardinali elettori per il Conclave ma “qualcuno di loro ha dato notizia di ritardo nell’arrivo per motivi di salute“.

Martedì 29 aprile, però, lo stesso Bruni ha rettificato, aggiungendo che due elettori non saranno presenti proprio per “motivi di salute”.

Gli alti prelati di nomina papale sono in tutto 252, ma solo 135 hanno meno di 80 anni e possono quindi votare il nuovo pontefice.

Il caso Becciu

Martedì 29 aprile il cardinale Angelo Becciu ha ufficialmente rinunciato a partecipare al Conclave.

Lo ha comunicato lui stesso attraverso una nota, parlando di una decisione presa “avendo a cuore il bene della Chiesa”, pur rimanendo “convinto” della sua “innocenza”

Becciu è coinvolto ne caso degli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra: è stato condannato nel 2023 in primo grado dal Tribunale del Vaticano a 5 anni e 6 mesi di reclusione per peculato e truffa.

L’intervista a Claire Giangravé

Il Conclave inizierà il 7 maggio: è veramente una questione logistica, per permettere ai porporati di arrivare a Roma, o c’è dell’altro? 

“È difficile capire cosa stia succedendo in questo Conclave: molti dei cardinali con cui ho parlato hanno effettivamente detto che pensavano che si potesse pensare all’inizio già per il 5 o 6 maggio. Matteo Bruni, il portavoce della Santa Sede, ha detto che molto probabilmente le motivazioni sono dovute sia a questioni logistiche, sia al caso del cardinale Becciu”. 

Sarà un Conclave breve o lungo? Papa Francesco è stato eletto alla quinta votazione, Benedetto XVI alla quarta…

“Gli elementi di cui sopra – il numero, l’estraneità, l’anzianità di molti – possono influire. Ma in ogni caso ipotizzare i tempi è estremamente difficile. Quello che so è che c’è la volontà, da parte di molti, di rendere questo Conclave molto veloce”.

Perché?

“Perché prima di tutto c’è un giubileo in atto e sono già 4 mesi che fedeli e pellegrini vengono qui da tutto il mondo ed effettivamente non c’è un Papa a poterli accogliere, perché Papa Francesco purtroppo, per via della sua salute, non poteva partecipare a molti di questi eventi. Ci sono canonizzazioni sospese, eventi preparati da tempo. Forse sì, c’è un po’ di fretta. Detto questo, ovviamente, è difficile capire quanto anche la polarizzazione della società, che ovviamente penetra anche l’istituzione ecclesiale e la Chiesa stessa, avrà un impatto sui tempi”. 

È possibile fare dei pronostici? Per Parolin si parla addirittura di un “pacchetto” di 40 voti…

“Molti dei prelati con cui ho parlato sottolineano e mettono un’enfasi – e abbiamo sentito anche il cardinale Walter Kasper dirlo esplicitamente – su come l’incredibile attenzione e devozione dimostrata durante i funerali di Papa Francesco indichino che bisogna in qualche modo rispettare la volontà dei fedeli di portare avanti la sua missione: gli umili al centro, la carità, il dialogo, la pace. Detto questo, sì, c’è sul tavolo certamente il nome del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, sempre considerato papabile: alcuni mettono in questione il fatto che forse non abbia abbastanza esperienza pastorale. Ma è un noto e rispettato diplomatico, il che – in una situazione di guerra come quella di oggi – potrebbe sicuramente avere una certa importanza”.

E tra i conservatori?

“Il campo conservatore sembra compattarsi dietro a uno dei loro candidati preferiti, il cardinale ungherese Péter Erdő, Arcivescovo Metropolita di Esztergom-Budapest. Erdo forse viene rappresentato come più conservatore di quello che in realtà è, il che potrebbe anche far arrivare dei voti dall’altra parte. È certamente un papabile”.

Altri favoriti?

“I progressisti, in un Conclave dove ci sono 20 rappresentanti dall’Asia – quindi un primus per la Chiesa – potrebbero pensare che tenere l’attenzione sulla periferia dopo il Papa argentino potrebbe essere la scelta giusta. E allora c’è il nome del Cardinale Luis Antonio Tagle, filippino, carismatico, che canta con i fedeli e porta tantissimi giovani nella sua diocesi a Manila: sicuramente non può essere ignorato come candidato. Queste sono alcune delle tracce, ma i Conclavi sono pieni di sorprese. Ci sono il cardinale svedese Anders Arborelius, gli italiani Fernando Filoni Matteo Maria Zuppi, addirittura alcuni parlano del cardinale Pierbattista Pizzaballa, ancora molto giovane, patriarca di Gerusalemme. Anche dall’Africa abbiamo alcuni rappresentanti di un certo calibro: il cardinale guineano Robert Sarah, critico di Papa Francesco, e il congolese Fridolin Ambongo Besungu. In realtà penso seriamente che, prima della politica, i cardinali stiano cercando di trovare il candidato giusto per la Chiesa: qualcuno che riporti un po’ i valori e conservi anche quello che ha seminato Papa Francesco. Poi ovviamente differiscono su cosa pensano sia la cosa giusta per la Chiesa. Ma il solco appare quello”.

ANSA

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