Feroce aggressione a Roma, picchiate e derubate tre donne perché trans: responsabile un gruppo di 10 italiani
Tre ragazze trans aggredite da un gruppo fuori da un locale romano. Il video tra risate e violenza. Silenzio e indignazione nel primo giorno del Pride
Grave pestaggio a Roma, fuori dal locale l’Imperatrice. Tre ragazze trans sono state aggredite da un gruppo di 10 persone. Sono tutti italiani, tre identificati. Sono intervenuti solo i buttafuori del locale, tra le risate e i filmati girati. Il pestaggio feroce apre il mese del Pride.
Aggressione transfobica a Roma
Inizia con un pestaggio violento il mese del Pride romano. Domenica 1 giugno, fuori dal locale l’Imperatrice, nell’indifferenza generale dei presenti, tre ragazze trans sono state aggredite da un gruppo di circa 10 persone. Da quello che è emerso si tratta di italiani e molto giovani che le hanno anche derubate.
Nel dettaglio, l’attacco è avvenuto in viale delle Province, apparentemente in un locale vicino a quello citato da giornali e profili social.
Lo scrive un utente che viene ricondiviso dall’account di Imperatrice Club su Instagram. I fatti sarebbero iniziati in un locale vicino e poi sono arrivati sotto al locale, che esclude le proprie responsabilità e anzi fa notare come siano stati i buttafuori a placare la situazione e a proteggere le tre ragazze.
Odio transfobico nel mese del Pride
Colpisce in particolar modo questa aggressione non perché sia unica e rara, purtroppo, ma proprio perché è avvenuta nel primo giorno del mese del Pride. Si tratta di un evento internazionale nel quale si punta a sensibilizzare e a mostrare l’esistenza di identità, orientamenti sessuali e relazionali troppo spesso e a lungo nascosti o cancellati.
Dietro all’aggressione non c’è però solo odio transfobico. A colpire nei video che circolano nelle ore successive all’aggressione sono le risate, gli insulti e le parole violente del gruppo contro le tre indifese.
Dietro l’aggressione c’è quindi anche un silenzio politico, un lasciar fare che si traduce in violenza. Se l’aggressione fosse stata di altra natura, di genere o messa in atto da persone straniere, fanno notare commenti online, è molto probabile che ci sarebbe già stata una risposta politica. Ma quando le vittime sono silenziate dal sistema, è più facile far sparire anche le bottigliate, i cazzotti più violenti e le parole più diffamatorie.
Il video dell’aggressione
Sul contenuto del video, abbiamo chiesto a Elia Bonci, attivista e scrittore trans di Spaccabinari Aps, la sua opinione. Ci ha raccontato com’è oggi essere una persone trans:
Mi fa sentire continuamente in allerta. Viviamo in un clima d’odio, indifferenza e invisibilizzazione totale, in una società che si sta costruendo e proiettando verso una direzione sempre più transescludente.
Non è solo l’odio dal basso, parte della colpa è “delle politiche repressive e transicide che stanno prendendo piede nell’ultimo periodo”. Da qui anche la necessità di raccontare bene e senza pregiudizi gli episodi violenti.
La prospettiva, sottolinea Bonci, deve essere “una prospettiva trans e non più da un occhio cisnormato che ci spettacolarizza e ci vende per qualche click come pezzi di carne al mercato”. Sul video, infatti, ha delle perplessità: “Avrei voluto non vederlo. Il nostro dolore e la nostra sofferenza non sono e non devono essere l’occasione e per sciacallare sui nostri diritti e sulle nostre vite”. In questi casi il lavoro di informazione deve essere anche quello di preservare la privacy e quindi la sicurezza delle vittime coinvolte.